giovedì, dicembre 22, 2005

Happy Xmas

Tra tre giorni è natale. Auguri. Nel frattempo, dato che anche la fine dell'anno s'avvicina è tempo di resoconti e, su ogni sito che si rispetti, vengono elencate, classificate e commentate le immagini del 2005. In questo blog non avverrà, sia perchè noi non ci rispettiamo, sia perchè non è una cosa che ci aggrada. Un piccolo strappo, però, lo vogliamo fare, dato che un'immagine che vogliamo regalare al dicembre 2005 c'è, una di quelle attese.

Ora il vero problema sta nel fatto che i nostri politici sfrutteranno le dimissioni del personaggio qui sopra per migliorare le loro brame bancarie. Infatti non si è perso tempo con la decisione di elargire al prossimo presidente sei, dico sei, anni di primo mandato, con la possibilità di una seconda (SECONDA!!!) elezione per altri sei, dico nuovamente sei, anni. Chissà quale alfiere di quale re raggiungerà la carica. Si vocifera D'Alema, si vocifera Berlusconi, ma non si decide. Nel frattempo Fiorani, Fazio, Billè, Consorte e Ricucci seguitano a lanciarsi bidoni colmi di responsabilità uno con l'altro; ad ogni interrogatorio una nuova storia (c'è anche un coniglio bianco che urla "Sono in ritardo, mi taglierà la testa"). L'importante è che la Falchi, da sempre esperta economa e punto saldo dei salotti televisivi, afferma che suo marito è un Peter Pan. Le favole continuano...e i soldi?Sull'isola che non c'è!

venerdì, dicembre 16, 2005

Io non mi sento Italiano (sempre di più)


A volte, solo a volte, dubito che possa esistere una democrazia.
A volte, solo a volte, mi chiedo come possa l'evidenza essere ignorata a favore del guadagno.
A volte, solo a volte, mi stupisco ancora del mancato utilizzo della legge quando le prove sono sulla bocca di tutti.
A volte, solo a volte, mi sembra che il sole sia un po' meno luminoso.
A volte, solo a volte, intuisco che la pioggia non bagna proprio tutti.


Sempre, quasi sempre, vorrei non essere qui.
Sempre, quasi sempre, sento bloccate tutte le mie speranze che, inevitabilmente, diventano utopie.
Caro Gaber avevi ragione....

.....spazio anche a Fabrizio

Canzone Del Maggio

Anche se il nostro maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio
se la paura di guardare
vi ha fatto chinare il mento
se il fuoco ha risparmiato
le vostre Millecento
anche se voi vi credete assolti
siete lo stesso coinvolti.

E se vi siete detti
non sta succedendo niente,
le fabbriche riapriranno,
arresteranno qualche studente
convinti che fosse un gioco
a cui avremmo giocato poco
provate pure a credevi assolti
siete lo stesso coinvolti.

Anche se avete chiuso
le vostre porte sul nostro muso
la notte che le pantere
ci mordevano il sedere
lasciamoci in buonafede
massacrare sui marciapiedi
anche se ora ve ne fregate,
voi quella notte voi c'eravate.

E se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate
senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le "verità" della televisione
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti.

E se credente ora
che tutto sia come prima
perché avete votato ancora
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.

martedì, dicembre 06, 2005

No No No Daniel-San


E’ con enorme rammarico che stamane scopro, in ritardo, la scomparsa di uno degli attori più significativi della mia infanzia cinematografica e televisiva. All’età di 73 anni ci lascia, per cause naturali, Pat Morita, l’indimenticabile Maestro Myaghi. Icona per la generazione anni ’80 della guida paziente e meticolosa, di colui che con l’umiltà e la semplicità riesce a cogliere gli aspetti migliori del nostro vivere. Ma anche capace di ironia e comicità nella serie Happy Days, quando occupava il bancone dell’Alfred, circondato (anche lì) da teenagers che segnarono i modi e i tempi di una moda che sarebbe divenuta immortale. Nel doppiaggio italiano della serie Karate Kid, il suo linguaggio da straniero, addirittura caricaturale di una cultura, allora, sconosciuta e lontana come il Giappone, lo ha reso ancora più carismatico e più eroe nella sua capacità di distinguersi in silenzio. Un saluto, quindi, sussurrato e leggero come una lanterna di carta lasciata a galleggiare sulla tranquilla superficie di un fiume.

lunedì, dicembre 05, 2005

Il cassetto della memoria


Il film che propongo in questo post dei ricordi è "1997 Fuga da New York". In un futuro prossimo New York, staccatasi dalla terra ferma, è stata trasformata in un'isola detentiva. Qui vengono stipati i peggio criminali che la società cattura. In seguito ad un incidente aereo, il presidente degli Stati Uniti precipita, con una preziosa valigetta al seguito, in questo inferno anarchico. Viene catturato dalla banda del Duca che, inevitabilmente, chiede la libertà per se in cambio della vita del leader americano. Viene, quindi, chiamato Jena Plinski, a sua volta un criminale, che, costretto da un veleno iniettatogli con l'inganno, ha solo 24 ore per andare e tornare con il prezioso carico presidenziale.
J.Carpenter è un regista eccezzionale. Riesce a creare dei film che viaggiano sulla sottile linea del B-movie, a basso costo, fatti in completa economia di mezzi e di collaborazioni (spesso si occupa lui stesso della colonna sonora, delle luci, della sceneggiatura e di tutto ciò che può controllare), ma legando ritmo e fascino, innovazione e coinvolgimento. Il suo cinema è un lungo far-west mai finito, dove gli eroi non esistono, dove il male è ovunque e le illusioni non hanno tempo di attecchire. Il personaggio di Kurt Russel (il suo migliore insieme al Jack di "Grosso guaio a ChinaTown") è un criminale come quelli che deve contrastare sull'isola/prigione, è spinto da un senso di sopravvivenza a portare a termine la missione, il letale veleno che gli scorre nel sangue non gli permette altre strade. E' un pistolero che si trova nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, ma con un carisma ed una sagacia fenomenali, forgiate da cinismo e razionalità. Tra lui ed il Duca, l'unica differenza è che Jena non ha ancora passato il confine con la pazzia, mentre l'altro vive in una completa megalomania. Nella prigione metropoli i ruoli sociali sono invertiti: il presidente diventa schiavo/giullare, il Duca offre una versione deviata e iconoclasta dello stesso leader. Mitico Lee Van Cleef nel cameo del generale che conosce e sfrutta Plinski. Nella versione originale Jena era Snake. Frasi da ricordare:
"Chiamami Iena" e ""Mi ucciderai, adesso, Jena?". "Ora sono troppo stanco, forse più tardi...".

martedì, novembre 29, 2005

Si....può...fareeeeee!!!


Ebbene sì!!!Finalmente, dopo un'attesa spasmodica, è arrivata!Finalmente NEVICA!Come potrete vedere dalla webcam presente sul link a fianco di SnowboardItalia, su quasi tutti gli impianti la dolce coltre bianca sta gentilmente adagiando il suo candido e fresco tappeto.Auguriamoci che vi rimanga almeno fino a Pasqua!E, quindi, come Gene Wilder in frankenstein Junior urliamo la nostra felicità:si può fare!Già immagino le tracce leggere nel bianco uniforme di un fuori pista ancora intatto; immagino il senso di vertigine che prende il fondo della spina dorsale ogni volte che la pendenza è maggiore;sento il profumo dell'aria sopra i duemila ed il piacevole aroma delle grappe bevute in legnosi rifugi.K-Factor augura a tutti coloro che attendevano l'inizio della stagione sciistica una bella dose di salti/discese/cadute/bevute!!!...A tutti gli altri consiglio un tentativo, di sicuro vi divertirete!
See you space raillers!

venerdì, novembre 18, 2005

FINE TRASMISSIONI


Giovedì 17 novembre 2005. Dopo circa un mese, ieri, la televisione italiana ha “vissuto” il suo primo giovedì senza Adriano Cementano. Bene, dopo settimane, dopo mesi, durante i quali lo sport preferito dei detrattori del molleggiato è stata la critica, a volte ridicola, di una trasmissione di qualità, spero caldamente che la loro serata sia stata in pizzeria, al cinema o a teatro. Io, d’altro canto, mi sono trovato a casa mia, sul mio disfatto divano e con un telecomando in mano. RaiUno, luogo del misfatto del ragazzo della via gluck, per migliorare lo standard delle ultime settimane, ha lasciato spazio ad Amadeus, forse uno fra i peggiori presentatori della storia della Tv, solo Mazzocchi può essere peggio. Ah, c’era anche lui. Tanto per andare sul sicuro. E poi? I ragazzi dell’ Isola, ovviamente. RaiDue puntava sul grande cinema. Ma, probabilmente, avevano esaurito le vhs e i divx ed hanno trasmesso Godzilla by america. C’è bisogno di aggiungere altro? RaiTre cercava di rifarsi con una fiction poliziesca italiana. Qui sono sincero, non l’ho mai vista per più di due o tre minuti, potrebbe essere un capolavoro. Ma, se così fosse, sarebbe trasmessa con più attenzione. ReteQuattro ci regalava una novità del “recente” 87. A volte mi chiedo se chi gestisce un palinsesto faccia mai un salto in videoteca, in un negozio di Dvd o in una sala cinematografica. Il cinema non è morto negli anni novanta. Canale Cinque dimostrava che al peggio non c’è mai fine, Elisa di Rivaombrosa 2, che bello! Finalmente qualcosa d’ intelligente, dinamico e…Va bene, basta, ci siamo capiti. Italia Uno con le Iene tentava la via dell’intrattenimento sociale. In questa sede ho già dato una mia opinione sul cambiamento profondo subito dai ragazzi in giacca e cravatta neri. Devo aggiungere che i servizi proposti sono anche ripetitivi, si autocopiano. Che noia…la sette con Stargate, racconta la storia di Annibale; questa sì che è una novità. In seconda serata, Vespa, il calcio, Martelli (ma è sempre stato così piccolo?), Costanzo con Delon (preferisco un depardieu ubriaco che sbiascica sui barbari, che qualsiasi versione del MCShow). Solo un po’ di Edward Norton in “Schegge di Paura” risolleva il mio morale, ma è tardi. Qualcuno, settimana scorsa aveva detto che la pubblicità è lenta, ma se la trasmissione è ancora più lenta, la pubblicità a volte è Rock. Ieri ne avevamo un chiaro esempio.
Beh, non dico che dovrebbe esserci sempre Cementano in TV, lui stesso non ci riuscirebbe, ma è così impossibile trovare un’alternativa al nulla? Penso di sì, penso che sia questa la vera globalizzazione di cui dobbiamo temere gli effetti. Quella del pensiero. Qui mi si potrebbe dire che avrei potuto benissimo spegnere il televisore, prendere in mano un libro e leggere. E’ vero, ma non è questo il punto. Qui si critica la pessima gestione di un mezzo di comunicazione fondamentale. Che da ormai vent’anni è a contatto con tutte le case degli italiani (elettori). Uno strumento che plasma le generazioni, con mode, idoli e pensieri. Rimanere da parte con un libro in mano sarebbe un sospiro di sollievo, ma sarebbe sbagliato. Finché possiamo ciò che non ci piace lo dobbiamo cambiare. O provarci, per lo meno. Altrimenti, ciò che ci rimarrà sarà solo un televisore che ci comanda l’ora di sveglia, la ginnastica mattutina, il cibo, la vita. Orwell non è mai stato così vicino.
Buona visione...YuppiDu!
.
Gli arcobaleni d'altri mondi hanno colori che non so
lungo i ruscelli d'altri mondi nascono fiori che non ho.
Gli arcobaleni d'altri mondi hanno colori che non so
lungo i ruscelli d'altri mondi nascono fiori che non ho.

mercoledì, novembre 16, 2005

Dedica

Perchè a volte una giornata può iniziare con una lacrima di dolce malinconia.

Le Nuvole

Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio

Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell’airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini c
he giocano a corrergli dietro per tanti metri

Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore

Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più i
l posto dove stai

Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.



Fabrizio De Andrè (1990)

martedì, novembre 15, 2005

E l'uomo imparò a volare!


Dedico questo post ad un mio amico che, nel week end appena passato, ha cercato di dimostrare a tutti noi che le leggi della fisica non sempre sono corrette. Con grande sprezzo del pericolo e con la mentalità che tutti i boarder hanno nel sangue, quella della sperimentazione, ha quasi dimostrato che l'uomo può volare. Beh, caro aspirante Icaro, tutti i nostri migliori jump saranno dedicati a te, ogni tua ferita sarà interpretata come le tacche sulla carlinga del miglior aviatore e, appena rimessoti, con te riproveremo a volare. Perchè è possibile, ma è necessario pagare dazio qualche volta. Chi non capisce questa piccola differenza, non ha mai provato l'aria fresca sulla faccia ed il vuoto sotto i propri piedi! E noi lo compatiamo....

venerdì, novembre 11, 2005

…. Joan Lui, ma un giorno nel paese arrivo io di Giovedì (lunedì)




Dopo quattro settimane finisce Rockpolitik. Il computo dei danni è enorme: Del Noce sì è dovuto autosospendere per tutta la durata delle puntate (state voi sospesi per quattro ore e poi ritrovarvi il sabato sera a “Ballando con le stelle”); il 2% degli italiani che l’hanno seguito ha cambiato la sua idea politica (giuro, sondaggi del Corriere della Sera alla mano); la R.A.I. ha avuto un netto incremento nel suo personale indice di share (ed ha pensato bene di criticare la sopraccitata trasmissione); Vespa avrà temi di presunta discussione per almeno tutto l’inverno (la Parietti può stare tranquilla); il nuovo tormentone Rock o Lento è quasi ai livelli di presenza degli Amici di Maria De Filippi; Sabina Guzzanti (se possibile) allontana ulteriormente un suo (im)probabile ritorno in TV (forse perché, a differenza di Santoro, non ha pateticamente pianto davanti ad un microfono).
Ma il danno maggiore, forse, sta proprio nella fine di un programma del genere.
Celentano ha trasportato in tv il suo flemma da molleggiato, quella sua capacità di essere grande anche quando ritarda il playback delle sue canzoni. Grezzo, forse, ma diretto. Non si perde in circoli di parole, magari in tempi morti, momenti durante i quali lascia il tempo ai suoi discorsi, di essere percepiti, soppesati, capiti.
Ricorda un po’ il Vasco Rossi di “Gli spari sopra”, con i suoi elicotteri, la città allo sfascio, i ghetti sul palco, una band genialmente rude e fuori dai soliti accompagnamenti (Demo ne devi fare di strada!). Rock. Tutta la trasmissione è rock. Ed ora che è finita non rimane nulla di simile. Striscia la notizia è ormai una versione vanziniana e trash di satira, utile, socialmente impegnata, ma non diretta come Rockpolitick. Le Iene sono un’ombra riflessa di quella cattiva versione degli esordi (senza Volo è un po’ dura, da sempre). Blob rimane l’unico spiraglio decostruttivo e d’intelligente protesta, ma proprio per quello ha un target di nicchia e resiste anche grazie ad un poco comprensibile senso filologico che lega i vari spezzoni. Ma se più di quindici milioni d’italiani l’hanno seguita, mi chiedo, anche commercialmente parlando, perché non farne altre. D’altra parte Celentano non è una novità. Non è certo la sua prima apparizione in RAI o la prima trasmissione provocatoria che realizza. Ogni volta viene alzato un polverone mesi prima che inizino anche solo a concepirla, si minaccia censura a destra e a sinistra. Si scredita il molleggiato in tutti i modi possibili. Faccio un esempio. Ogni anno Libero, il cui direttore io stimo, mette in prima pagina i termini economici con cui la RAI realizza la trasmissione e la percentuale percepita da Adriano. Però mi sembra ci siano questioni economiche più importanti. Come quella citata da Crozza sul digitale terrestre: nessuno ha mai calcolato il reale importo dello stanziamento statale per il decoder, nessuno lo ha mai messo in prima pagina. Stanziamento servito per salvare rete quattro, non giriamoci troppo intorno.
Dunque il coraggio di parlare, il coraggio di mostrare ciò che sembra evidente, che sembra visibile, ma che, in realtà, viene facilmente nascosto, semplicemente, non parlandone.

E, quindi, finalmente arrivò lui Joan Lui. Yuppi Du!

giovedì, novembre 10, 2005

Cose serie



Negli ultimi mesi, oltre ai reality ed al calcio, a Bonolis e la Ventura, altre cose nell’ombra si sono mosse. Per ombra intendo quella parte d’informazione che organizza la divulgazione delle notizie in modo tale che ciò che veramente viene colto dal nostro cervello è la futilità dei sopraccitati intrattenimenti (frase senza virgole da definizione). Beh, in queste parti buie, i nostri politicanti si stanno molto impegnando alla preparazione delle elezioni. Chi per ora è fuori dalla “maggioranza” pensa a come proporre un’identica gestione definendola con termini alternativi o sinonimi, caricandola d’enfasi e manifestanti, denigrando questo e quello, arruolando quello e quell’altro. Autolesionarsi. Non cambiando nulla. Chi nella “maggioranza” c’è, pensa a come creare leggi e finanziarie che possano garantirgli ulteriori introiti, inguaiare chi li sostituirà (e se dovessero essere di nuovo loro?), giustificare le proprie scelte negli ultimi anni, decifrare e tergiversare su contratti fatti in TV contenenti più promesse che speranze, autolesionarsi (l’ho già scritto?). Non creando nulla. Oddio, forse è meglio non pensarci, cercare la DeFilippi su qualsiasi canale e resistere. Il Grande Fratello sta tornando!

mercoledì, novembre 09, 2005

Ritorno Sulla Traccia

Dopo molto tempo d’inattività, rieccomi. Dopo qualche mese di silenzio torno all’aggiornamento del mio misero blog, con enorme felicità dei miei lettori: il mio cane, qualche saltuario famigliare e amici che, per pietà (o pìetas?), scorgono qualche post!

…sorridere dei guai come non hai fatto mai..

Sogno o son desto..perso nel R.E.M. più lungo di cui abbia memoria..mi trovo in un oblio di inspiegabili eventi…Sento un campanello e m’avvicino alla porta..la apro e mi trovo dinnanzi Enzo Paolo Turci che mi chiede se può usare il mio bagno….io che non riesco a parlare mi limito ad indicargli dove si trova, ma nessuno di noi due riesce ad arrivarci e, mentre mi guardo i piedi per capire cosa stia succedendo lui scompare….sono di nuovo nel mio letto ma sembra immenso, due, tre o quattro piazze non lo capisco, so solo che un tipo vestito come un masai e che saltella come un demente mi dice che devo ingoiare un’occhio di bue pazzo e con l’aviaria se voglio ricevere la possibilità di alzarmi e fare colazione..la cosa più sconvolgente è che continua a chiamarmi Paola..prendo in mano la palla deforme che il manichino (solo ora lo noto..) mi porge ma scopro che si tratta di un bignè ricolmo di crema…lo mangio..Ora sono in un campo, un’enorme campo verde con l’erba tagliata perfettamente e delle strane righe bianche che la percorrono…poi un boato mi perquote il corpo ed immediatamente sono circondato da pazzi con la faccia colorata a strisce, armati di lunghi bastoni alle cui estremità si trovano dei panni dalla stessa imbarazzante tonalità….URLO….finalmente scopro di poter parlare..unos….dos…tres…..catordes!!!!!E sono sul palco con gli U2…..ma cosa c’entra?.....Hallo!Hallo!...HOLA!......non lo so ma è, finora, il posto migliore..
La sveglia…..HOLA!......PLACE CALLED VERTIGO……cosa?.....I CAN FEEEEEL……oh no di nuovo…..mi devo alzare…lavare e cominciare un nuovo lunedì…..GIVE ME SOMETHING I CAN FEEEELLLLL!!!!!!!!!!.......
(p.s. devo smettere di mangiare messicano e bermi litri di sangria alla domenica sera)

mercoledì, agosto 24, 2005

Ciao Ulisse


Dopo dodici anni di paralisi, si è spento questa mattina a Milano Ambrogio Fogar. Forse sembrerà strano ma la sua scomparsa lascia in me un piccolo vuoto malinconico. Ovviamente non lo conoscevo, almeno privatamente, ma fin da piccolo seguivo le sue imprese e soprattutto la mitica trasmissione "Jonathan dimensione avventura", un culto diventato tale nella mia infanzia anche grazie alla parodia inscenata dal pupazzone rosa Uan e da un giovanissimo Bonolis.
Mi hanno colpito qualche mese fa, durante i giorni del referendum per le cellule staminali, i suoi commenti e la sua decisione di far da cavia ai nuovi esperimenti. Mi ha colpito la forza della sua speranza, la capacità di non arrendersi nonostante una condizione che distruggerebbe l'animo più granitico. Lui, come Ulisse nella Divina Commedia, non si è mai fermato, nemmeno quando il corpo, quella macchina tanto fidata che per anni lo aveva accompagnato, non rispondeva più ai suoi desideri. Un grande del nostro tempo, un mito destinato a rimanere nella storia dell'esplorazione italiana. Esplorazione del mondo e dell'anima.
Buon viaggio, quindi, Ulisse. Saluta Itaca per noi.

lunedì, agosto 08, 2005

(auto)Dedica

Oggi voglio postare una poesia diffusa come canzone:

Quando in anticipo sul tuo stupore verranno a crederti del nostro amore a quella gente consumata nel farsi dar retta un amore così lungo tu non darglielo in fretta non spalancare le labbra ad un ingorgo di parole le tue labbra così frenate nelle fantasie dell'amore dopo l'amore così sicure a rifugiarsi nei "sempre" nell'ipocrisia dei "mai" non sono riuscito a cambiarti non mi hai cambiato lo sai. E dietro ai microfoni porteranno uno specchio per farti più bella e pesarmi già vecchio tu regalagli un trucco che con me non portavi e loro si stupiranno che tu non mi bastavi, digli pure che il potere io l'ho scagliato dalle mani dove l'amore non era adulto e ti lasciavo graffi sui seni per ritornare dopo l'amore alle carenze dell'amore era facile ormai non sei riuscita a cambiarmi non ti ho cambiata lo sai. Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro i tuoi occhi assunti da tre anni i tuoi occhi per loro, ormai buoni per setacciare spiagge con la scusa del corallo o per buttarsi in un cinema con una pietra al collo e troppo stanchi per non vergognarsi di confessarlo nei miei proprio identici ai tuoi sono riusciti a cambiarci ci son riusciti lo sai. Ma senza che gli altri non ne sappiano niente dirmi senza un programma dimmi come ci si sente continuerai ad ammirarti tanto da volerti portare al dito farai l'amore per amore o per avercelo garantito, andrai a vivere con Alice che si fa il whisky distillando fiori o con un Casanova che ti promette di presentarti ai genitori o resterai più semplicemente dove un attimo vale un altro senza chiederti come mai, continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai.

Fabrizio De Andrè
Verranno a chiederti del nostro amore

venerdì, agosto 05, 2005

Il paradosso umano


Giungono nuove notizie dallo spazio. L'equipaggio dello shuttle Discovery, impegnato nelle riparazioni esterne dello scafo danneggiato durante il decollo qualche giorno fa, hanno avuto il tempo di osservare attentamente la situazione della nostra Terra. Il comandante Eileen Collins, che conta all'attivo diverse missioni nello spazio, ha comunicato alla Nasa la situazione inquetante e preoccupante in cui verte la nostra "casa". Da lassù, risulta fin troppo evidente il segno devastante che l'uomo sta lasciando sul pianeta: disboscamenti, devastazioni, mari inquinati e l'atmosfera sempre più sottile e rarefatta. La prima evidenza di questa gravità sta nel fatto che il comandante lo abbia voluto precisare nonostante in questi giorni l'interesse di Houston sia legato più alla riparazione dello shuttle che a tutto il resto.
Il paradosso maggiore, però, sta nel fatto che un dato così inquietante ci sia fornito da persone che si trovano nello spazio, ad una distanza tanto elevata da non essere di facile comprensione. E' incredibile! L'uomo raggiunge un livello di tecnologia elevatissimo tale da realizzare progetti ritenuti fino a qualche anno fa utopici; crea macchine che raggiungono pianeti oltre la nostra comprensione (marte) e scopre nuove stelle ogni giorno. Ma non riesce a preservare la cosa più importante, non è capace di rispettare l'unico dono datogli senza pegno. Siamo il paradosso evolutivo, una bilancia dove per forza caricandole un braccio, inevitabilmente, dimentichiamo l'altro che scende, sempre di più, verso un imbarazzante degrado.

martedì, agosto 02, 2005

Diario di Bordo


Questo post è stato creato per una persona cara al curatore di questo Blog: mio fratello. Trovandosi a Londra per un mese e sperando che possa utilizzare il qui presente spazio per comunicare emozioni, sensazioni, sbronze, foto, eventi e quant'altro, lascio a lui ma anche ad altri questo pseudo forum libero di commenti.
Che altro dire....buone vacanze!

lunedì, luglio 18, 2005

Land of the Dead


C'era una volta l'Horror. C'era una volta un genere che accoglieva tra le sue generose braccia la paura primordiale dello spettatore e la fondeva con il divertimento puro del cinema d'intrattenimento. C'era una volta...
Poi arrivò l'Horror psicologico, un nuovo ciclo di paure generate più da situazioni fantascentifiche che da impatto visivo. Poi arrivarono i film "The....." (The Ring, The Boogyeman, The call, The eye....), gli orientali, e tutto quello che c'era prima non c'è più stato. Un'invasione di inutili e pseudo Horror che aspettava solo di essere depositato per settimane nelle sale cinematografiche.
Ma poi, come un cavaliere dagli occhi di ghiaccio, ritorna George A. Romero (quanto ci piace quell'"A"). Poi ritornarono gli Zombi. In massa come non li abbiamo mai visti, come li abbiamo sempre desiderati. Questo "Land Of The Dead" rianima il vecchio cinema Horror, dove la soluzione intricata della storia non esiste, dove non si deve aspettare (e spesso temere) un finale rivelatore, ma solo capire chi sopravvive. Laddove la metafora è chiara, non troppo ricercata, ma diretta, ineluttabile. Una volta si diceva "un film senza fronzoli", beh, questo lo è. Dinamico, divertente (e non comicità involontaria come ultimamente accade) ed amarcord. Spero che il lungo letargo imposto dalle majors a Romero sia definitivamente concluso. Lo spero anche perchè non vorrei ritrivarmi circondato da Zombie Cinematografici che hanno un'unica costante: "THE...."

giovedì, luglio 14, 2005

Melinda e Melinda


Partendo da un'analisi quasi filosofica delle diverse necessità che una commedia ed una tragedia possono soddisfare nello spettatore, Woddy Allen si (ci) diverte a strutturare una doppia vicenda con un unica costante: Melinda. Radha Mitchell, bravissima nel doppio ruolo, viene sbalzata tra commedia e tragedia (dimostrando agio in entrambi i campi) dai due narratori/sceneggiatori che impastano e sfornano continue vicende d' intricati giochi d'amore e responsabilità. Woody Allen si muove tra i generi con sciolta disinvoltura, riuscendo a divertire nella tragedia e a commuovere nella commedia.
Will Ferrel è un perfetto alter ego del regista e dei personaggi che, solitamente, lui stesso interpreta.
Un film divertente, spensierato, che richiama Slidding Doors, ma solo per la duplice realtà, non ha intenti moralistici nell'analisi di un rapporto di coppia; più che altro sdogana i generi pur separandoli, li confronta ma non li giudica (anche se a chi scrive è sembrata più convinta la Melinda della commedia).
Attendiamo con ansia Match Point.

Fresche Soluzioni...

Meglio di un gelato, meglio di un ghiacchilo e meglio di un frappè.....ecco la nuova fresca alternativa alla calura estiva. Magari non per tutti...

lunedì, luglio 11, 2005

Eternal Sunshine of the spotless mind (se mi lasci ti cancello)



Ci sono film che, a differenza di altri altrettanto belli, segnano particolarmente la sensibilità dello spettatore. Forse perchè la vicenda narrata lo coinvolge direttamente o, semplicemente, perchè riesce a cogliere tutte le sfumature che gli autori volevano evidenziare. Non lo so con precisione, non conosco il motivo di tale fenomeno, ma Eternal Sunshine of the spotless mind (di cui non commento l'orribile titolo nostrano) è uno di quei film. Un film dolce e straziante, dove ogni nostra emozione, ogni nostro impercettibile movimento sussultorio viene stimolato. Sembra di trovarsi in una stanza vuota dove l'unico rumore sono le nostre emozioni, sollievo ed angoscia, felicità e tristezza si mescolano, attrsaversano un percorso tumultuoso verso la risoluzione di questa travagliata storia d'amore.
Jim Carrey ed Kate Winslet creano un'alchimia perfetta nei due personaggi, definendosi sempre di più come due attori capaci di perseguire una carriera alla ricerca di lavori difficili ma meravigliosi.
Joel (Carrey) è un'insicuro e solitario trentenne che vive una relazione amorosa con Clementine (Winslet), una vivace e spontanea ragazza conusciuta per caso. Il dolore per la separazione li porta entrambi ad un'estrema soluzione: la cancellazione della loro storia d'amore tramite la rimozione dei ricordi. Joel si accorge tardivo dell'errore di questa decisione. Parlare ulteriormente della trama svelerebbe troppo di questo intricato film.
L'angoscia che Joel prova quando comincia a vivere la rimozione dei ricordi più piacevoli e la consapevolezza che qualcuno li stia utilizzando per conquistare la sua ex-ragazza (inutilmente, illudendosi che le situazioni e le parole dette siano speciali in quanto tali, mentre sono le persone che le vivono a renderle prezione), sono reali, si rende conto che non potrà più riprendersi ciò che aveva vissuto, capisce che per ogni dispiacere da eliminare esistono diverse sfumature di piacere da perdere.
Quindi se per una parte della visione concordiamo (ed invidiamo) la sua scelta, è altrettanto forte il desiderio di voler ricordare una volta iniziato a pagerne il dazio.
Un film bellissimo, una di quelli più violentati dalla produzione italiana (dalla già citata "traduzione" del titolo all'anoressica distribuzione nelle sale) ma che merita un degno e infinito passaparola per il recupero Home Video.

venerdì, luglio 08, 2005

Un senso di sgomento


Ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, l'essere umano ha dimostrato l'enorme paradosso che contraddistingue la sua strana natura evolutiva.
In un mondo dove milioni di malattie vengono continuamente abbattute da geniali ed infaticabili ricercatori, dove il progresso permette ad un chirurgo di poter operare parti infinitesimali del nostro corpo utilizzando apparati evoluti e, solamente dieci anni fa, impensabili, dove la comunicazione tra popoli è resa immediata e semplicissima da connessioni e reti mediatiche geniali ed intuitive; in questo mondo, la follia di un popolo confuso, lotizzato da anni di oppressione e chiusura, la pazzia di uomini e donne senza scrupoli e senza coraggio, devasta ogni tappa di quel progresso ottenuto con un unico rapido e sadicamente calcolato gesto di terrore. Colpire innocenti nella loro patria, colpirli nel momento in cui vivono la loro già difficile quotidianità, è da codardi; ogni guerra è sbagliata, ma questa è infame, lurida e meschina. Un senso di rabbia mista a tristezza mi coglie quando vedo e rivedo le immagini da Londra, Madrid, Baghdad, la scuola russa invasa dai militanti, Israele; una sensazione d'impotenza, di ineluttabile fallimento. Sì, perchè posso criticare e schifare da Italiano certi atteggiamenti, comportamenti o azioni dei nostrani poitici, calciatori, attori e registi, ma non posso ignorare di sentirmi un cittadino del mondo, un uomo e, quindi, di sentire che questa generazione ha fallito. Come posso pensare altrimenti? Come posso non collegare la tensione di quello che è successo a Londra, con le manifestazioni irrispettose dei Black Bloks, che hanno più o meno la mia età, fanno parte della mia generazione? Come si fa a lasciar passare tutto quanto? Dobbiamo forse aspettare che la paura e la morte ci tocchino da vicino per accorgerci che stiamo virando verso un punto di non ritorno?
Ci sono alternative, delle soluzioni. Questi terroristi vivono, si cibano e si armano grazie ai miliardi del petrolio;è così impossibile derivare altre forme d'energia e di consumo? Non posso credere che gli stati del G8, i più potenti del mondo, coloro che hanno infinite risorse (umane ed economiche) non hanno questa possibilità.
Forse più semplicemente non vogliono.
Forse la vita umana è ancora in svalutazione e gli interessi di guadagno sono troppo bassi.

Da Londra...per il mondo

...una foto più significativa di ogni altra...

lunedì, luglio 04, 2005

La Guarra dei Mondi


Nel 1938 Orson Wells paralizzò l'America trasmettendo per radio "La Guarra dei Mondi" di H.G.Wells. La polizia pensò di avere tra le mani l'ennesimo pazzo megalomane, il mondo guadagnò un genio. Quasi Settantanni dopo il regista più potente di Hollywood porta sullo schermo la sua personale versione del capolavoro letterale che già aveva attratto il giovane Orson. La grande differenza con il romanzo, la trasmissione radiofonica ed il film del '53, sta nel fatto che quello di Spielberg è principalmente un film sul rapporto tra il padre, inaffidabile (Tom Cruise), e i due figli, affidatigli dalla moglie nel solito week-end destinato al genitore (in una causa di divorzio già perpetrata). Tutto quello che succede a New York, Boston e nel mondo è lo sfondo, la scintilla che permette al protagonista di cambiare, di migliorare e crescere, laddove era sempre stato in difetto. Spielberg lo mostra subito, seguendo passo passo Cruise e mostrandoci come cambia: lascia che i figli si cibino ordinando take away mentre lui dorme, si nasconde sotto al tavolo con la figlia mentre ci sono i primi lampi e, dopo il primo incontro coi tripodi, ce lo mostra spaesato, terrorizzato ed incapace di gestire la situazione con i suoi figli. Infatti , all'inizio, l'unico scopo del bel Tom è di raggiungere Boston per scaricare nuovamente la sua prole alla moglie e poter pensare a sè stesso. Poi, come il miglior eroe greco, attraverso il male comune, tramite la paura della perdita capisce che lui non conta molto, che senza di loro non ha più nulla. E' per questo che nel film non vengono mostrate immagini di distruzione nel mondo (per fortuna!), care ai precedenti "Armageddon" e Indipendence Day", tutto ciò che vediamo è ciò che vive Tom Cruise e la sua famiglia.
Per più di mezz'ora stiamo nello scantinato di Tim Robbins con loro senza sapere cosa succede al di fuori, tranne che per qualche fugace sbirciata tra le finestrelle della cantina, subito ricoperte per paura di essere scoperti. Anche la risoluzione dell'invasione è semplice, l'esercito più potente dell'universo distrutto da qualcosa che nemmeno è visibile. Semplicità che anche un padre di famiglia può trovare in un sorriso od in una ninna nanna per tranquillizzare la figlia.
I maggiori difetti del Film stanno nella parte finale, nell'arrivo a Boston (Itaca) di Tom e figlia, ma sono pecche lievi, che non rovinano la totalità del film, che diverte, non annoia (e di questi tempi è già un successo) e ricorda molti i film degli anni 50. Nella prima parte Spielbeg crea sequenze da antologia, dimostrandosi quel geniale mestierante a cui da tempo ci siamo abituati.

venerdì, giugno 24, 2005

San Antonio in festa

Sulla testa di Duncan, il caraibico leader di San Antonio, il cappellino dei campioni, come l'alloro greco, nelle mani la coppa per il terzo anello in sette anni di Spurs. San Antonio- Detroit 81-74, questo il verdetto della notte Nba. I neo campioni del mondo hanno sfruttato il fattore campo nel migliore dei modi, gestendo un avversario non troppo combattivo, una Detroit che, probabilmente, ha patito troppo la stanchezza di gara 6. Onore ai vincitori, dunque, e a quella piccola fetta d'Italia che Ginobili porta un po' con se, forse il migliore dei suoi se calcoliamo tutta la post season.
Spurs Campioni

giovedì, giugno 23, 2005

Per fermare una strage inutile....

Hope
Che tristezza dover evidenziare l'evidente!

Consigli di lettura

L'occhio del Regista
Tirard, Laurent
Occhio del regista (L')
Rizzoli. - Collana: BUR - Holden Maps / Scuola Holden
n. 12 - Pagine 282 - Formato 15x20 - Anno 2004

Tirard, che a lungo ha collaborato con la rivista francese di cinema "Studio", ha raccolto in un volume le lezioni di cinema di venti registi contemporanei. Il volume è ben strutturato, rapisce il lettore regalando diverse "inquadrature" del mondo del cinema, della sua lavorazione, del rapporto che s'instaura fra l'opera ed il suo regista. Lo consiglio a chiunque cerchi una lettura alternativa sia alla normale saggistica cinematografica, sia ai tormentoni letterali più consueti.
(Vi consiglio anche di recuperare tuti gli altri volumi Holden, essenziali)

Calda notte NBA

Ci siamo!Dopo undici anni finalmente nel campionato più spettacolare del mondo, due squadre si giocano tutto in un unica notte. Gara 7 delle finalissime NBA si giocherà questa notte a San Antonio. Detroit cercherà di bissare il titolo dello scorso anno contro gli Spurs.
Pistons Spurs

Si sono inseguite per tutte e sei le gare, regalando prestazioni stratosferiche. Purtroppo per noi il dominio Sky non permette altro modo di godersi la sfida, se non sborsando mensilmente canoni di abbonamento. Inoltre le varie testate sportive televisive, prese dal mercato calcistico estivo (!), dedicheranno sicuramente ambi servizi sul risultato di questa guerra tra titani (beh è sarcastico). Pazienza, ci consoleremo con registrazioni o siti web....magari ritornando su questo blog domani ci saranno maggiori dettagli. I Love this game!

L'alternativa....

Studiare, lavorare....responsabilità....oppure c'è un'alternativa....

Surf in Alaska

martedì, giugno 21, 2005

Batman anno uno

Nel 1997 Frank Miller e David Mazzucchelli realizzano la graphic novel Batman Year One. L'opera diventa subito un cult tra i fans del cavaliere oscuro e non solo, creando un vero e proprio caso letterario. La vicenda riprende le mitiche origini di Batman, insistendo sui dubbi, le paure e le debolezze del neo vigilante, attraversando i recessi della mente di Bruce Wayne, assetato di vendetta e giustizia. Chistopher Nolan realizza una versione cinematografica di quell'opera, con le dovute differenze, ma che ha lo stesso valore metafisico. Dopo i due episodi firmati Tim Burton, due favole nere che ben si addicono al personaggio di Batman e alla filmografia del geniale regista, la Warner ha prodotto altri due episodi del super eroe di Gotham, ma sono stati due veri e propri tonfi creativi. Shumacher non solo non è riuscito a realizzare un film dignitoso, ma ha anche rovinato e destabilizzato l'atmosfera che circonda il personaggio, donandogli luci kitch e creando un impianto pomposo e senza personalità.
Batman
Il nuovo capitolo della saga di Batman è tutt'altra cosa. Riprendere dalla genesi è stata la scelta migliore, una sorta di nuovo inizio produttivo oltre che morale. Il film si apre con un collage di flashback che portano il giovane Wayne in himalaya (girato in Islanda) alla ricerca dei mezzi per combattere la criminalità di Gotham. La formazione che ne riceverà sarà un'eredità difficile da portare, quanto il nome dei Wayne. Le sue paure diventeranno le paure del male che infetta la sua città.
Un Film che nonostante la sua durata scorre veloce, senza impedimenti, grazie anche alla bravura del regista che non si perde in inutili arzigogolamenti di montaggio e regia, scegliendo una realizzazione precisa, studiata e ben cadenzata nei tempi. I dialghi sono essenziali e gli attori non hanno bisogno di troppo supporto(cast di grandi nomi che rispetta le attese, non sempre succede). Ma il miglior pregio sta nel centro del film, Batman/Wayne.
Batman
E' il primo film del cavaliere oscuro dove la sua persona, la sua frustrazione e la sua forza d'animo sono il vero fulcro della narrazione. Anche nei film di Burton, il Joker, Pinguino e Catwoman erano la vera attrazione, il vero freak che sceglie la via più semplice per esternare il suo malessere. In "Batman Begins", tutto il peso delle azioni e delle loro conseguenze è su Bruce Wayne, la morte dei suoi genitori, la degradazione che raggiunge Gotham, la necessità di combattere per le strade il marcio che le infesta.
In un contesto del genere, la scelta di anteporre un nemico come lo Spaventapasseri assume un significato particolare: lui genera, instilla paura nei suoi avversari e facendolo con Wayne, ne stimola la forza per combattere ciò che lo distrugge di più.
Lo Spaventapasseri
Nella scena finale, l'ultimo dialogo con Gordon (un perfetto Oldman) ci riporta l'essenza di Batman: il detective che sopperisce all'assenza di super poteri con l'ingegno.
Bello, massiccio, un film che soddisfa fans storici, nuovi e chi non ha mai letto molto del personaggio.

Kung Fusion(e) in Italia

Stephen Chow è un genio. Esagerato?Beh, guardando il suo ultimo film (Kung fu Hastle) non penso di potermi sbagliare. Un iper realtà comica avvolge il film e chi lo guarda per tutta la durata della proiezione. Un insieme di citazioni/omaggi a tutti i maestri del cinema d'azione, ai film più canzonati, ai ritmi del western uniti dal collante di umorismo diretto e demenziale che il giovane autore-attore asiatico dosa senza mai esagerare. Ci si diverte con il suo cinema, ma il sorriso è sicuramente smorzato dal doppiaggio nostrano. Un'irritante e inutile traduzione dialettale penalizza notevolmente il lavoro di Chow, creando anche una spiacevole dissincronia tra gli attori e il doppiaggio, cosa che non è certo voluta dal regista. Ed eccoci qua di nouvo a criticare la versione italiana di un film e chiederci se non sia definitivamente ora di proiettare opere sia in lingua originale che tradotte.
Prima del film (kung Fusion, proiettato in un Warner Village) un messaggio anti-pirateria ci informa sui danni al cinema di questa diffusa pratica della rete.....per ora rimane l'unica isola di scelta per chi non voglia vedere scempi di questo tipo.
KungFusion

giovedì, giugno 09, 2005

Sono tra noi...

Chi ha visto "L'invasione degli ultracorpi", di Siegel, sicuramente ricorderà lo smarrimento che provavano i protagonisti (e con loro gli spettatori) nel vedere le copie perfette dei loro più cari conoscenti e, ancor di più, di se stessi. E' proprio il caso di dire che i giapponesi sono arrivati prima degli alieni. In Giappone sono stai presentati i primi esemplari di automi umanoidi, capaci di sostituire l'essere umanoin alcune sue facoltà. Ciò che impressiona è la somiglianza a noi umani di questi androidi. Sul sito di Repubblica sono presenti delle immagini che non hanno troppo bisogno di spiegazioni. Essi vivono!

Neologismi

Ieri sera, dopo molto tempo di latitanza, ho avuto una piacevole chiacchierata con la proprietaria, nonchè mia carissima amica, del primo blog messo nei link a fondo pagina. Nella lunga telefonata abbiamo parlato del nuovo termine utilizzato per indicare un inceneritore, ma nessuno di noi due riusciva a ricordarne il nome. Allorchè io e il mio fidato collega/coinquilino canino Potter (del quale è presente una foto nel blog) ci siamo impeganti in una ricerca in rete per trovare tale termine: impianto di termoutilizzazione. Il piccolo amico mi ha fatto subito notare che ciò potrebbe spiegare perchè l'inceneritore..oops....che l'impianto di termoutilizzazione vicino a noi presenti colori pastello gialli e blu, sulla sua struttura, che lo rendono un'edificio più simile ad un enorme asilo, anzichè ad una discarica. Mimetizzazione. Certo ecco il vero senso dei neologismi. Cambiare nella mentalità della gente un termine negativo per uno nuovo che ne maschera la funzione o l'incompiutezza tramite costruzioni lessicali. Geniale
Quindi, colti da un'insazianbile esigenza di creatività linguistica, ci siamo scervellati per ritrovare nuovi simpatici neologismi. Lui continuava a ripetermi che il binomio operatore ecologico/spazzino è un vecchio esempio, io insistevo che vecchio era colf/donna delle pulizie. Poi ci siamo sbizzarriti: un milione di posti di lavoro/contratto di collaborazione/stage/risorsa umana/schiavitù (thanks to fede, nda), customer care/rispondere al telefono, low cost/ pagare il giusto, quarto uomo/giustifica bilanci FIGC, premier/nuovo duce....Che bella la nostra lingua...sempre aperta a nuovi orizzonti. Come dici Potter?...sì tu sarai sempre chiamato cane....e chi ha queste brillanti idee di rivoluzione linguistica, verrà sempre chiamato uomo!

mercoledì, giugno 08, 2005

Senza Titolo

Ancora più stanco mi aggrappo al letto prima di collassare definitivamente....l'ultima visita per i saluti mi ha devastato...l'amico riparte il giorno dopo per i lidi svizzeri e con dovizia di "particolari" lo abbiamo salutato. Ma ora saluto il mio riposo..il materasso m'illude la notte è calda nonostante la brezza del vento improvviso che (re)spira continuamente. Mi giro, rigiro e ribalto ogni tentativo di posizione. Una di quelle notti senza filo in cui i minuti sembrano immense colate di tempo durante le quali ogni silenzio è inutile. Mi alzo dell'acqua può aiutarmi...annego ma non sento sonno. Forse è tornata a farmi visita l'insomnia...insonnia....insomma devo dormire...ma quanto tempo è passato? Troppo o troppo poco?....provo con la TV...terribile errore...nulla...repliche di notizie già vecchie, culi e tette, dibattiti infiniti su inutili argomenti...lezioni di matematica già d'improbabile comprensione nel pieno delle mie facoltà mentali....spengo...Forse due passi...noo e chi ha voglia di uscire con questo freddo...qualke minuto sul divano...sì, la sua scomodità mi può aiutare ad apprezzare il conforto del letto...nulla da fare...che caldo....ecco un libro...certo sicuramente qualke pagina basterà!...peccato che il libro sia troppo coinvolgente...chiudo dopo venti pagine...gli occhi (rossi) bruciano ma non si chiudono...attendo. Poi uno sbadiglio, pieno, corposo! Ci siamo finalmente posso dormire........la voce di uno sconosciuto mi riporta al risveglio....si chiama radiosveglia...è ora di correre a prendere un pulman!
Ci riproverò domani!

martedì, giugno 07, 2005

Evviva il sole

Oggi mi sento un po' adrenalinico....o melgio...ora comincio a svegliarmi e, dopo aver passato una mattinata (in dolce compagnia) alla ricerca inutile di un 730 finito e compilato, il rincoglionimento dato dalla levataccia (di cui sopra) sta lentamente scomparendo. Però sento ancora della nausea polico/burocratica, forse data dalla mancanza di coerenza nella nostra stipula della dichiarazione redditi.....forse data dalla palla al piede che tutto ciò rappresenta per ogni cittadino autosufficente......cmq mi balla in testa qualkosa...

Pero ya
Yo soy un anticristo
Yo soy anarquista
No se lo que quiero
No se como te meto
Quiero desplazar
Antri queri
Yo quiero se anarquia

Anarchy in the USA
Ya viene el tiempo
Ya vien en mi pais
La pinche negra
La pinche bue
Tu futuro es una disastre
Yo quiero se anarchia
Arno muchachos
A vamosar

Es es el MPLA
Ocieda el UDA
Puede sera el IRAY
o pienso que se USAY

o quiero se anarchia

Putos modos de conseguir
Que molos chicones y los de mas
Los tiene vivos y anarquia
Yo quiero se anarquia
Yo quiero se anarquia
Cuidado muchachos

Anarquia
Anarquia
Anarquia
Anarquia
Anarquia

lunedì, giugno 06, 2005

Welcome to Sin City

Fino a qualche giorno fa, parlando di trasposizione cinematografica da un fumetto, veniva spontaneo citare i recenti Spiderman ed X-men, quali i migliori esempi di tentativo riuscito. Fino a qualche giorno fa. Sì perchè Sin City, potendo sfruttare il talento visionario di Frank Miller e la sua presenza in fase di regia, sovrasta le precedenti produzioni e crea un nuovo concetto di cinema.
Comics
il Film
Nel guardare Sin City e sfogliarne le pagine del comics, risulta sottile e labile la linea che separa la carta dalla cellulosa. Il film segue inquadratura per inquadratura, dialogo per dialogo l'opera stampata, ne riprende l'animosità, lo sporco, la violenza senza limiti, il carisma dei personaggi. Tutto quello che si poteva sperare di vedere si è visto.
Gli attori sono come piccoli pezzi di un puzzle che perfettamente s'incastrano tra la loro versione patinata e lo sfondo digitale creato dal maestro/demiurgo Miller.
Marv
Marv/Rourke vittima e figlio allo stesso tempo della città ("ed ora che farai?Devi andartene" "No, a me piace qui"), che per amore di una donna appena conosciuta trova uno scopo nella vita che si rivelerà il suo personale canto del cigno. Owen/Dwight che nonostante abbia cambiato volto si trova implicato, suo malgrado, con la coda del passato e che deve vedersela con uno strabiliante e sempre più essenziale Benicio Del Toro/Jackie Boy, che è più dannoso da morto che da vivo. Willis/Hartigan vero esemplare più unico che raro a Sin City, un polizziotto onesto, che, sul viale del tramonto professionale, decide di complicarsi la vita inimicandosi il padre politico di un pazzo pedofilo per proteggere l'ennesima vittima di quest'ultimo.
Nel mezzo il bianco e nero, con infinite sfumature di grigio (!), il rosso della passione a pari passo con la morte, il giallo puzzolente della viltà umana e la speranza racchiusa negli occhi verdi e blu di vittime già scelte dal destino.
Un noir violento, rarefatto. Una costante pioggia che, però, non lava i peccati, ma li nasconde appena.
Da vedere, rivedere e leggere!

mercoledì, giugno 01, 2005

In questo mondo (virtuale) di pazzi

Internet, come sappiamo, è chiamato anche come "la rete". Ovviamente il termine indica una rete di contatti che si poù ideologicamente immaginare stesa su tutto il mondo. Ora quel termine sembra indicare una rete da pesca che raccoglie tutti i pazzi del mondo regalando loro uno spazio (come il qui presente blog, nda) dove sbizzarrirsi nelle più incredibili ed improbabili manie. Un sito molto divertente ne raccoglie diverse: Showdown. Una classifica rende, poi, onore ai creatori dei vari siti mettendoli in graduatoria per visite. Quello su cui ho speso più sorrisi è, giustamente, il primo, dove sono contenuti e disponibili video di persone che mangiano piangendo.....beh..detto così non chiarisce troppo l'ilarità che ne scaturisce, ma guardatelo leggendo anche le due risposte a fianco dei video sul tipo di cibo e sul perchè piangono!

mercoledì, maggio 25, 2005

Star Wars Episodio III: La vendetta dei Sith

Ammetto che in sala, poco prima dell'inizio del film, sentivo una certa agitazione, un'ansia d'incertezza sulla sorte di una delle saghe più coinvolgenti che abbia mai seguito. Le luci si spengono, il brusio in sala si cheta e la musica, la colonna sonora che da quasi trentanni scandisce milioni d'emozioni in tutto il mondo inizia, le parole scorrono dal basso dello schermo fino a sparire nel nero universo. Scompare l'ansia, rimane solo il cinema. Sì perchè Episodio III è cinema come Lucas lo sa fare, sfruttare il mezzo cinema nella sua più grande definizione. La battaglia iniziale nel cuore della galassia rende il regista americano un moderno Jacques-Louis David della fantascienza, il film andrebbe rivisto una decina di volte solo per poter apprezzare ogni singolo dettaglio delle battaglie, degli scontri tra eserciti e dei duelli.
Obi-Wan Vs Anakyn
Forse la pecca maggiore del cinema di George Lucas sono i dialoghi, ma questo è ormai un dato di fatto. Nonostante ciò il finale della saga è forse il migliore dei tre nuovi episodi, la figura di Obi-Wan riprende spessore, carisma e forza, creando una perfetta congiunzione con il futuro (passato) maestro Jedi che si vedrà (si è visto) in Star Wars IV. La maledizione di Anakyn può sembrare banale e superficiale, ma i turbamenti che il giovane guerriero nutre sono la parte più umana di tutti i personaggi di questa nuova trilogia (benchè rappresentato da una Hayden Christensen un po' troppo monoespressivo, ma comunque sempre più fisicamente somigliante a Luke Skywalker); il suo abbandono al lato oscuro passa attraverso il dolore dei ricordi della morte della madre, l'impotenza provata in quel frangente e la speranza disperata intravista nel consigliere Palpatine di poter salvare la vita alla proprio amata Padme.
Il Male
La doppia rinascita sul pianeta di fuoco diventa il passaggio estremo per l'inferno dei dubbi e della confusione del Jedi ormai traviato. "Lui è come suo padre" dirà poi Joda nei confronti di Luke Skywalker ne "L'impero colpisce ancora", presagendo la disfatta del neo - Jedi che, invece, sarà colui che salverà il padre dal rimorso e dalla cattiveria. "Questo figlio cambierà la nostra vita", dice Padme al giovane Anakyn, non sapendo quanto tutto ciò sia terribilmente vero. Un bel film, che non va assolutamente paragonato alla mitica trilogia anni 70, ma che risolleva quella moderna, svela, o meglio, chiarisce meccanismi e sfaccettature di una saga che ora si può considerare composta da sei episodi.

martedì, maggio 24, 2005

....Il finale secondo Emir

E' finito Cannes, è finito con una finta sorpresa, «L'enfant» dei belgi Jean Pierre e Luc Dardenne è il vincitore della palam più ambita. Già tra i candidati più appetibili per la vittoria finale, il film narra di una difficile risalita verso la dignità personale di un uomo che prima abbandona e poi ricerca il figlio (s)perduto. Un'edizione, quella 2005, fortemente tracciata nel segno del cinema d'autore e, per questo, capitanata da Emir Kusturica in giuria. Il regista di Sarajevo sceglie (e dato il suo forte carattere possiamo immaginare quanto abbia influito il suo giudizio) un'opera che non scontenta nessuno, che già in molti davano per vincitore. Personalmente ritengo che un ottimo regista come lui non per forza debba essere ritenuto un buon critico, anzi nel suo caso ritengo proprio che la sua posizione di presidente di giuria sia un po' forzata e l'ho trovata una scelta manicheista da parte dell'organizzazione del Festival. Ma l'anno scorso era andata peggio ai francesi, quindi meglio guardare al futuro.

venerdì, maggio 20, 2005

lunedì, maggio 16, 2005

La nascita del male

Per tutti coloro che, come il sottoscritto, hanno vissuto nel lato oscuro della forza per molti anni, attendendo il momento in cui tutto potesse essere svelato, CI SIAMO. E' stato presentato a Cannes "Star Wars Episode III: the revenge of the sith", terzo ed ultimo (forse) capitolo della saga fantascientifica più famosa della storia del cinema. Ok, il pomposo preambolo era d'obbligo, ogni tanto dobbiamo mostrare anche noi un po' di serietà; ma ci scuserete se, leggendo dai vari siti che aggiornano quotidianamente le news dalla Francia, ci siamo emozionati sapendo che la proiezione del film ha suscitato applausi e gradite recensioni. Le aspettative sono enormi, la definitiva nascita di Lord Vader (e non Fener come viene riportato nei cartelloni pubblicitari che tempestano ogni città italiana), la strage dei Jedi ed il completamento del malefico piano che porterà alla supremazia dell'Impero sono le fondamenta della trilogia precedente (quella con Luke, Han Solo, Leila per intenderci). Inoltre tutti i poveri tossicodipendenti della Forza come me, potranno divertirsi cercando i primi segni o le prime apparizioni di personaggi che, poi, furoreggeranno da "Star Wars IV: a new hope". Quindi questa è la settimana fatidica per collegare quasi 30 anni di saga. Di sicuro Lucas ha creato qualcosa che nessuno mai era riuscito a fare.
E pensare che tutto cominciava come una semplice favola.."Da una galassia lontana lontana..."

Le guerre di Scott

Per commentare "Le Crociate", bisogna prima precisare che il titolo originel del film, "Kingdom of Heaven" (Il Regno dei cieli), rispecchia maggiormente l'idea base del nuovo lavoro di Ridley Scott. Ciò che veramente interessa al regista, è valorizzare la possibilità di un'ideologia pacifista che si sarebbe potuta raggiungere tramite la razionalità e l'intelligenza di due saggi comandanti appartenenti ad eserciti(popoli) e religioni diferenti. Lo sfondo ideale per questa rappresentazione è la seconda crociata dove, seppur per breve tempo, la pace e il rispetto reciproco riuscivano a mantenere una sorta di stallo nel medio oriente e a Gerusalemme. Scott dimostra che a prescindere dalle credenze o dalle classi nobiliari, la stupidità umana e la cupidigia sono i veri demiurghi della guerra che da sempre devasta quella zona. Non si schiera, il regista americano, creando il bene ed il male in ogni fazione ed inserendo la figura di Baliano (Orlando Bloom) che non cerca ricchezze ma solo la voce di Dio a Gerusalemme, cerca solo espiazione per i propri peccati e per la moglie suicida.
Bloom-Baliano
Ennesimo eroe per caso che raggiunge il golgota accompagnando il padre (Liam Neeson) redento/crociato verso i suoi possedimenti, ne prende possesso alla sua morte, riporta l'acqua dove c'è solo aridità e difende il popolo prima e dopo la morte del Re. La sua scelta di rimanere a Gerusalemme, anche dopo la partenza del più fidato collaboratore del Re (Jeremy Irons), è data dalla necessità di difendere il popolo e non la città che può valere "nulla e tutto", come afferma Saladino. Ottimo il presonaggio del Vescovo/medico/Guerriero che illumina Baliano sulla vera distinzione tra uomo e chiesa e che, alla preoccupazione del giovane "...andrai verso morte certa", risponde seraficamente "Ogni morte è certa!".
Assedio a Gerusalemme
Ciò che, però, rende imperdibile il film sono le sequenze di battaglia, sempre dinamiche, geniali e coreograficamente e coralmente molto curate. Scott da sempre ci ha abituato ad una messa in scena sfarzosa e imponente, l'entrata a Gerusalemme ricorda molto la Roma del Gladiatore, ma la sua regia risulta sicuramente meno pomposa e manicheista di quella adottata da Stone per Alexander, troppo ricercata e confusa.
Un bel film, quindi, che non soffre delle polemiche di cui si aspettava l'ondata, ma che abilmente scarta per una chiara e non troppo complessa dichiarazione di pace apolitica.

venerdì, maggio 13, 2005

Woddy Allen: cinismo e novita?

Applausi a scena aperta (i primi del Festival) per Match Point, l'ultima fatica di Woody Allen. Presentato fuori concorso alla mostra, il film ha stupito i fortunati spettatori per il cinismo e per la trama gialla priva di un vero lieto fine (si vocifera che l'efferrato crimine non avrà giusta soluzione). Personalmente aspetto con ansia la proiezione nelle nostre sale, ma di sicuro non conconrdo con la sorpresa per il forte cinismo denotato nel film dato che il regista americano ci aveva già abiutato a battute taglienti, situazioni di (s)velato pessimismo e personaggi al limite dell'allegoria critica. Quindi, caro buon vecchio Zelig, noi continuiamo a volerti/deisderati così! Inoltre il Nostro (see magari) ha dichiarato che se non fa film sta male....buono a sapersi, dato che i suoi lavori sono per noi dei salvagenti nel mare anemico della produzione americana.
Infatti ora lavorerà all'estero!
Ma quanto gli vogliamo bene!

...nell'isolante spazio

...cerco un antro che non trovo; m'arrabatto e provo nuovi stadi ma ancora non sono soddisfatto. Allora (s)cambio strada guardo oltre ma non c'è altro che quello che trovo dietro. Deprimente situazione, ignobile stato, misero dilemma che attanaglia il mio cervello: sono forse destinato ad un'infruttuosa/infinita caccia? Ci sarà un luogo, un angolo, dove poter esiliare il mio doloroso fastidio? Basta poco spazio per racchiuderlo, ma non c'è nè a disposizione....se lo sono preso tutto..eppure un'isolante spazio esisterà nel panzuto mondo...

giovedì, maggio 12, 2005

E si comincia!!!!

E' finalmente iniziato il 58 esimo Festival di Cannes. Finalmnete perchè l'attesa, leggendone i partecipanti, è da quolina in bocca. Ieri sera "Lemming", di Dominick Moll, ha inaugurato la kermesse e lo ha fatto nel migliore dei modi: un thriller a metà strada fra il buon vecchio Lynch e quel geniaccio di Alfred H., che il publico e la critica hanno accolto con enorme entusiasmo, tanto che i più lo danno tra i favoriti alla Palma D'Oro. Leggendo le varie recensioni in rete si può immaginare cosa si respiri sulla Costa francese (sigh!), dato che le favorevoli critiche lo pongono tra i più attesi nelle nostre sale (sperando che, per vedercelo, non si debba ricercarlo nelle sale più sperdute avendo maggiore fortuna con la ricerca del sacro Graal), per ora recupereremo il suo precedente lavoro, Harry un amico vero, che già aveva stupito come opera prima. Moll, quindi, apre le danze e lo fa con il botto.
Nella giornata odierna, tra gli altri, verrà presentato l'attesissimo nuovo film di Woody Allen, Match Point, con la neo icona hollywoodiana, Scarlett Johansson; film che, forse, segna la fine del rapporto americano/manhattan del prolifico Allen, dato che è stato completamente girato a Londra. Rispettando ciecamente le idee del maestro ( e questo permettetemelo) non possiamo far altro che compiacerci della sua scelta. Ovviamente tifiamo per un futuro set italiano!
Chiudiamo segnalandovi il link della regione lombardia dove potrete trovare tutti gli aggiornamenti per Cannes e dintorni 2005.....una piccola boccata d'aria per tutti quelli blocatti in Italia...
http://www.lombardiaspettacolo.com/cannes2005/form_invio.php
Buona navigazione!!!!!

Il pensiero della mattina....

...una mattina strana, da non commentare ma solo da ascoltare con l'unica canzone/poesia che può rendere l'insolito stato d'animo...

Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi ritrovarsi a volare e sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare un sottile dispiacere E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire dove il sole va a dormire Domandarsi perche' quando cade la tristezza in fondo al cuore come la neve non fa rumore e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi e' tanto difficile morire E stringere le mani per fermare qualcosa che e' dentro me ma nella mente tua non c'e' Capire tu non puoi tu chiamale se vuoi emozioni tu chiamale se vuoi emozioni Uscir dalla brughiera di mattina dove non si vede ad un passo per ritrovar se stesso Parlar del piu' e del meno con un pescatore per ore ed ore per non sentir che dentro qualcosa muore E ricoprir di terra una piantina verde sperando possa nascere un giorno una rosa rossa E prendere a pugni un uomo solo perche' e' stato un po' scortese sapendo che quel che brucia non son le offese e chiudere gli occhi per fermare qualcosa che e' dentro me ma nella mente tua non c'e' Capire tu non puoi tu chiamale se vuoi emozioni tu chiamale se vuoi emozioni

Ma chissà....

giovedì, aprile 28, 2005

Cannes prima tappa

Ed ecco il primo aggiornamento riguardante la kermesse francese: l'elenco dei film in concorso alla Palma d'Oro.
A history of violence (Una storia di violenza) di David Cronenberg, Canada/Usa L'enfant (Il bambino) di Jean-Pierre e Luc Dardenne, Belgio/Francia Where the truth lies (Dov'è la verità) di Atom Egoyan, Canada Free Zone (Zona franca) di Amos Gitai, Israele Cache (Nascosto) di Michael Haneke, Francia The best of our times (Il meglio dei nostri tempi) di Hou Hsiao-Hsien, Taiwan Broken flowers (Fiori spezzati) di Jim Jarmusch, Usa Peindre ou faire l'amour (Dipingere o far l'amore) di Arnaud e Jean-Marie Larrieu, Francia The three burials of Melquiades Estrada (I tre funerali di Melquiades Estrada) di Tommy Lee Jones, Usa Bashing (Colpire) di Masahiro Kobayashi, Giappone Sin City (La città del peccato) di Frank Miller e Robert Rodriguez, Usa Lemming di Dominik Moll, Francia Batalla en el cielo (Battaglia in cielo) di Carlos Reygadas, Messico Kilometre Zero (Chilometro zero) di Hiner Saleem, Iraq/Francia Election (Elezione) di Johnny To, Hong Kong Quando sei nato non puoi più nasconderti di Marco Tullio Giordana, Italia Last Days (Gli ultimi giorni) di Gus Van Sant, Usa Manderlay di Lars von Trier, Danimarca/Svezia Shanghai Dreams (Sogni di Shanghai) di Wang Xiaoshuai, Cina Don't come knockin' (Non venire a bussare) di Wim Wenders, Germania/Francia
Sicuramente un programma gustoso e ricco di nomi "pesanti". Niente cartoon (nemmeno l'annunciato Madagascar) che l'anno scorso avevano occupato la croisette, ma, come fanno sapere dall'organizzazione, per l'edizione 2005 hanno scelto di mantenere un profilo classico.

mercoledì, aprile 27, 2005

Una passeggiata sulla Croisette

Dall' 11 maggio al 22 maggio, si apre a Cannes il Festival del cinema. Come ogni anno le aspettative per questo evento sono molte e l'affluenza di critici, appassionati o semplici curiosi ha già intasato la città della Palma d'Oro. Purtroppo per chi scrive, la possibilità di essere presente alla kermesse è stata abbattuta ancora prima di nascere, incombenze lavorative e monetarie bloccano qualsiasi iniziativa. Ciononostante cercherò d'aggiornare il Blog raccogliendo informazioni e news dalla rete, dai telegiornali e da giovani ma ispirate fonti, inviate quasi clandestinamente verso la costa francese. Ovviamente tutti si tiferà per Marco Tulio Giordana con il suo "Quando sei nato non puoi più nasconderti", non solo per spirito nazional-popolare, ma anche per l'amore artistico (incondizionato) nei suoi confronti. Molto attesa anche l'ultima (o terza) puntata di Star Wars, con il definitivo abbandono al lato oscuro della forza del giovane Anakyn; anche se il nostro cuore pulp batterà per "Sin City", film fumettone tratto dalle magistrali tavole del buon Frank Miller (anche se più che tratto sembra letteralmente estrapolato, clonato, derivato). Quindi, per tutti coloro che ci potranno andare sapiiate che la mia rossa invidia sarà con voi......per gli altri leggete questo Blog ed aspettate l'arrivo della versione Milanese di Cannes. Buona visione.

martedì, aprile 26, 2005

God Bless America

Dovremmo prendere esempio da loro, altro che criticarli. La solerte polizia di Saint Petersburg (Florida), chiamata da un'altrettanto solerte Preside di una scuola materna, ha arrestato con estrema semplicità e sfoggio di anni d'addestramento una giovane bambina (5 anni !) recalcitante, vivace e biricchina. Le forze dell'ordine, non curanti della loro stessa incolumità, hanno fermato ed ammanettato (!) la giovanissima ribelle nell'ufficio della Preside, filmati da una videocamera posta nella stessa stanza. Si vocifera che da quel filmato possa derivarne una solenne cerimonia di premiazione per gli agenti in questione, con relativa consegna delle chiavi della città per loro e per l'inflessibile direttrice.
Ora, dopo le sconvolgenti stragi avvenute nei due licei statunitensi, avere prudenza è giusto; ma questa vicenda ha del ridicolo. Se vi capita di vedere il filmato, sembra di trovarsi di fronte ad un trailer dei fratelli Zucker (pallottola spuntata, top secret)....

Buongiorno!

Eccoci qui nuovamente. Dopo un Week-End più lungo, causa 25 aprile, il ritorno nell'ade lavorativa, l'ufficio, risulta meno devastante, grazie anche al bel tempo che, finalmente, ha deciso di svelarsi. Le ultime novità dal mondo ci lasciano quel senso di falso rinnovo...un nuovo papa (che parla come Shumacher), un nuovo governo (con gli stessi ministri cacciati all'inizio dello stesso e ripescati come nei tornei di calcetto), un rigore negato in campionato (ogni riferimento è puramente casuale), un GP osannato da tutti ma uguale agli altri (noia! vedere alla voce Valentino Rossi), la triste desolazione cinematografica (vedi "il triste pensiero"), Costantino (...& Co.)......Tutto questo condito dal testone felice/malinconico di Ciampi che ricordava eventi e date ormai sepolte da una coltre di polvere memonica.....Ah L'Italia!......
Viva l'Italia, l'Italia liberata, l'Italia del valzer, l'Italia del caffè. L'Italia derubata e colpita al cuore, viva l'Italia, l'Italia che non muore. Viva l'Italia, presa a tradimento, l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento, l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura, viva l'Italia, l'Italia che non ha paura. Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare, l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare, l'Italia metà giardino e metà galera, viva l'Italia, l'Italia tutta intera. Viva l'Italia, l'Italia che lavora, l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora, l'Italia metà dovere e metà fortuna, viva l'Italia, l'Italia sulla luna. Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre, l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre, l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste, viva l'Italia, l'Italia che resiste.

mercoledì, aprile 20, 2005

Very Cool

Ecco un sito veramente simpatico dove si possono scaricare parodie amatoriali di famosi film.....
Chicca del sito la parodia del nuovo Guerre Stellari.
Buona Visione
http://www.corriere.it/openxlink.shtml?http://www.sequentialpictures.com/moviestarwarsepisode3.html

martedì, aprile 19, 2005

EBBASTA!!!!

Ebbasta con Bruno Vespa!Basta con la sua mania di sconvolgere i già deludenti palinsesti rai per noiosi, inutili e pomposamente retorici speciali su notizie che normalmente avrebbero lo spazio di un servizio al TG e di qualke righa su metro o giornaletti simili. Ok c'è un conclave in atto...Ok è un momento fondamentale della storia della chiesa...ma è ovvio che prima di eleggere un papa ci siano delle (cosiddete) fumate nere....e mi sembra più che irritante doversi sorbire sulla televisione di stato un'intero speciale condotto da un presentatore spacciatosi tempo addietro come giornalista (e mai più rettificato), un borioso salotto di saccenti esperti e servizi che trasudano patina da rivista/gossip spacciati per pillole di memoria.
URLIAMO TUTTI : EBBASTA!

lunedì, aprile 11, 2005

Il triste pensiero

Scorrendo nei siti cinematografici, più prolifici dei funghie dei ragazzi del grande fratello, mi accorgo sempre con maggiore tristezza della mancanza di titoli validi nel mare bulimico di questo cinema sempre più marketing e meno arte. Non che sia una novità, ma è con il declino di registi dai quali ci si aspetta un lavoro finalizzato al mezzo cinema, all'anima del prodotto e non alla sua copertina, che si capisce la gravità del momento. Parlo di Oliver Stone con l'inguardabile "Alexander", di Zhang Yimou con il noioso melò "La foresta dei pugnali volanti", di Radford con il soporifero "Il Mercante di Venezia" (non un grandissimo regista ma Al pacino più Irons e Shakespeare forse meritano maggiore attenzione), di Scorsese ed il suo pallido "The Aviator". Ce ne sono altri, ma il concetto è chiaro. Purtroppo i soli Mann e Eastwood non bastano; benchè i rispettivi "Collateral" e "Million dollar Baby" sono tra i film più belli dell'anno (forse I più belli), sono, comunque, soli nel deserto Hollywoodiano......soprattutto quando lì domina la rete oramai sempre più fitta del signor Jerrry Brukaimer, incapace, nonostante i milioni e milioni già accumulati, di produrre film costosi ma con una solida ed intrigante sceneggiatura.
Non ci resta che piangere (dicevano)........

Il ritorno

Ritorno finalmente in queto spazio, tralasciando la lingua d'oltre manica per un migliore (si spera) italiano.

venerdì, aprile 01, 2005

Liberi commenti Cinematografici

Questo spazio è completamente dedicato ai lettori!Dato che mi è stato chiesto dove poter lasciare recensioni, impressioni o semplici commenti liberi su film che non vengono commentati dall'autore del blog, ecco pronto un post sempre linkabile per voi. Buona scrittura!

lunedì, gennaio 24, 2005

"The House of flying Hoppers"

This Week End I saw "House of flying Daggers" a wuxiapiang film, but It seems an Hollywood Blockbuster without plot and soul. A terrible show of martial arts and nothing at all! See another time "Crouching Tiger, Hidden Dragon"!!!!