giovedì, dicembre 17, 2009

Caduta libera!

Come sempre, nel nostro favoloso paese, ogni evento assume proporzioni politiche esagerate. Il gesto di un folle, mosso solo da una pazzia che da anni cercano di curare, è diventato motivo per condannare, perseguitare (mediaticamente per ora), accusare e infamare giornalisti che con i loro articoli o con le loro trasmissioni, da tempo, cercano di offrire un punto di vista diverso, onesto, nel buoi marasma dell'informazione italiana. Additare "il Fatto", "Annozero" e "ballarò", ma anche la Repubblica con le sue domande al premier, indicandone come i mandanti morali del gesto di Tartaglia, è pura follia. "E' una cagata pazzesca" direbbe il ragioniere per antonomasia!Va bene sfruttare mediaticamente "l'orgoglio del presidente mentre esce insanguinato dall'auto" o il normale moralismo che può comunque suscitare un'attacco vigliacco come quello che ha subito, perchè la violenza va sempre condannata (come alla scuola diaz, come con Cucchi, come con i manifestanti caricat, vabbè scusate..tuffo nell'utopia). Ma attaccare così spudoratamente i proprio nemici mediatici, poche ora dopo l'accaduto, fa proprio pensare che non aspettassero altro che un pretesto. Inoltre fomentano odio per condannare l'odio stesso. Chiudiamo i siti quindi, anche i blog inutili come questo; blocchiamo google che potrebbe mostrarci filmati che osannano fanatici politici o religiosi; chiudiamo i giornali "sovversivi" che non possano mai più contraddire il potere e istigare violenti rappresaglie; mandiamo nelle strade gruppi armati pronti a caricare chiunque abbia uno striscione o una bandiera con Che Guevara, nel dubbio, per essere sicuri. E poi aspettiamo che la Guerra tra Oceania, Eurasia ed Estasia finisca!
Ma per favore!


IO STO CON TRAVAGLIO!!!A FIANCO L'ADESIONE!
"Ho quarant'anni qualche acciacco troppe guerre sulle spalle
Troppo schifo per poter dimenticare
Ho vissuto il terrorismo stragi rosse stragi nere
Aereoplani esplosi in volo e le bombe sopra i treni

Ho visto gladiatori sorridere in diretta
i pestaggi dei nazisti e della nuova destra
Ho visto bombe di stato scoppiare nelle piazze
E anarchici distratti cadere giù dalle finestre"
(Quarantanni, Modena City Ramblers, 1994)

venerdì, dicembre 04, 2009

Perchè dovevo rispondere all'ignoranza!

Vorrei rispondere, anche se non mi è stato chiesto, all’articolo del (presunto) filosofo Alessandro Alfieri e lo farò proprio partendo dal suo post (i pezzi in corsivo sono presi dall'articolo stesso,nda).

“Idolatrato dalla folla, acclamato dalla stragrande maggioranza dei giovani come profeta, come mentore assoluto (al quale è stato attribuito l’appellattivo mai così inadatto di “poeta”), Vasco Rossi è un caso esemplare di fenomeno-personaggio che apparentemente, attraverso la sua facciata esteriore, pare quanto di contrario alle condizioni del sistema vigente, ma che sotteraneamente, anche inconsciamente, partecipa al Male integrandosi perfettamente alle sue dinamiche sociali e culturali.”

Se vogliamo definire o meno un cantante che da oltre trent’anni scrive testi di canzoni che, volenti o meno, hanno accompagnato la storia della musica italiana come Poeta, forse non è proprio un errore o uno scandalo così grande, dato che oggettivamente non si può ignorare a livello letterale una figura come quella di Vasco Rossi. Tenga presente che la poesia italiana nasce dalla canzone popolare e che opere che son diventate pilastri della nostra letteratura, come per esempio la Divina Commedia, erano scritte in metriche che creavano suoni ritmici alla lettura. Ma probabilmente lei non ha mai colto tali sfumature poiché troppo preso dal contrasto fenomeno-personaggio di Dante. Ora, non si vuole paragonare il sommo poeta con Vasco e viceversa, ma è da stupidi nonn considerare la musica come forma di letteratura. E Vasco ne fa parte. Forse è quel volgo, quel linguaggio spicciolo e diretto che la offende, ma lasci che le dica che noi “masse” siamo molto più suscettibili alla parlata sciolta ma colma di passione che quella stereotipata e fintamente colta che lei utilizza.

“Il fatto che Vasco “parli alle folle”, e che lo faccia con un linguaggio simile al suo, arrivando a un numero imprecisato di persone (come nessun altro ha mai fatto), non gli garantisce una positività e una legittimità assolute. Definire Vasco il più grande, perchè “lo conoscono tutti”, perchè “le sue canzoni le hanno ascoltate tutti anche solo una volta”, perché “le sue frasi sono scritte sulla maggior parti dei diari” delle ragazzine e dei ragazzini del liceo, è un gravissimo errore, e spiegherò il perchè. Per iniziare, mi basterà dire che questa “logica di legittimazione” è la stessa sventolata prepotentemente con insistenza da Berlusconi e da tutta la sua cricca. La maggioranza non decrerta una valore, mai! Molto spesso, anzi, sancisce le condizioni del Male perpetuato, e perciò si rovescia nel disvalore integrato nel pensiero massificato e nel livellamento culturale.”

E con che linguaggio dovrebbe parlate una persona, se non “il suo”? Preferirebbe un cantautore che utilizzi un linguaggio più aulico (secondo il suo giudizio) ma che non sarebbe il proprio e quindi falso? Ma se nel capoverso prima lo accusava di utilizzare una “facciata esteriore”? Si decida, che diamine! Vasco non viene definito il più grande per i motivi da lei inutilmente elencati. Le sue canzoni sono colme di passioni, di verità e di esperienze che ogni persona ha vissuto nella proprio vita, a fasi diverse, dall’adolescenza alla maggiore età. E’ cresciuto insieme alle sue opere e al suo pubblico, è diventato presto uno di loro per il fatto di essere VERO. E mi dispiace per lei che la veda in questo modo poiché forse, non ha mai provato il dolce sentimento dell’innamoramento e tutte le tragedie che ne seguono, non ha mai preso una sbronza con gli amici fermandosi a cantare a squarciagola alla luna, non ha mai vissuto. Evitiamo poi il paragone con Berlusconi. Quella che cita lei da parte del suo premier è una ostentazione quasi imposta di presenza fisica e mediatica, una cruda distruzione del pensiero che viene sostituito con una falsa immagine di perbenismo che punta all’ignoranza della massa governata dalle TV. Per un cantante, che sia Vasco, Ligabue o De Gregori c’è una componente fondamentale che a lei, sicuramente, manca, la passione!

“La massa impressionante di fan e stimatori di Vasco apprezzano in lui loro stessi, ovvero il mantenimento dell’identità personale e collettiva che ha permesso al nostro paese di andare allo sfascio. Probabilmente Vasco non è solo l’espressione e l’interprete di una sensibilità e di una psicologia collettiva, ma è lui stesso fautore del mondo che ci ritroviamo a vivere oggi (perciò è doppiamente colpevole: colpevole di reiterare le condizioni attuali, e colpevole di esserne il maggiore responsabile). Vasco, come Berlusconi, ha determinato le condizioni del suo successo, istituendo l’orizzonte di senso (claustrofobico e senza uscita) all’interno del quale, anno dopo anno, tautologicamente, si ri-conferma sovrano assoluto. I suoi amorevoli sostenitori non hanno per la maggior parte alcuna coscienza di cosa sia la musica, e perciò stesso l’arte; si chiudono nella tautologia di ciò che stanno ascoltando, e perciò rivendicano l’identità imperante della propria soggettività senza alcuna disponibilità al “nuovo”, al “mutamento”, alle “esperienze innovative” che sole potrebbero frantumare l’ordine vigente del “sempre uguale”. Fredric Jameson in Postmodernismo afferma che “[…] quel singolo brano pop, per mezzo della ripetizione, diventa inavvertibilmente parte del tessuto esistenziale della nostra vita, così ciò che ascoltiamo siamo in realtà noi stessi, o meglio il nostro proprio ascolto precedente.”

Ed eccoci alle offese. Se io seguo Vasco e la sua discografia per i motivi sopracitati, ora dovrei sentirmi causa dello sfascio del nostro paese? Non invece persone come lei che hanno la possibilità di informare la gente su questioni veramente importanti utilizzando i mezzi giornalistici in maniera adeguata, invece di cercarsi facili pubblicità criticando senza ragion di causa chi con lei non ha nulla a che vedere. Come si permette d’insultarmi e d’insultare tutte le migliaia di persone che seguono il cantante di Zocca? Colpevole di cosa? Siamo arrivati a questo punto in Italia, da non vedere qual è il vero grosso problema e di cercare capri espiatori? Ma lei ci conosce tutti? Tanto da sapere che non abbiamo coscienza musicale? Sono cresciuto a pane, Beatles, Rolling Stones e Beethoven, ma anche King Crimson, Hendrix e Bob Marley, ora smanio per gruppi come Radiohead e Coldplay, amo anche gli U2 e impazzisco per “Il mondo perfetto” di Dvorak, ma nulla mi inebria come un concerto di Vasco. E quindi? Passione!Ricorda?E se per lei l’incapacità di ascoltare e non sentire le sue canzoni deve tramutarsi in rabbia e generalizzazione del “sempre uguale”, beh sono proprio triste per lei.

“Questo per dire come l’ “apparente bellezza” che i più riscontrano nei pezzi di Vasco ha a che fare principalmente col fatto che in realtà stiamo ascoltando ciò che appartiene “già” al nostro tessuto esperenziale e emotivo. E’ il riproporsi del cricuito del “già detto”, “già fatto”, e la canzone di Vasco sfrutta subdolamente il godimento generato da un sentimento di “partecipazione”, di “familiarità” e di “condivisione” che appartengono al Male assorbito da ognuno degli ascoltatori dall’esterno, incamerato e fatto proprio nelle modalità di pensiero, nelle (in)capacità riflessive e nella prassi di attribuzione di valore alle cose. Vasco deve alle TV, ai giornali, alla pubblicità, alle radio il suo successo infinito, perchè non viene concessa la possibilità di ascoltare e fruire qualcosa di diverso. E’ perfettamente integrato nella logica dell’identico, perchè lui stesso impone tanto l’oggetto del culto, quanto il criterio per ritenerlo migliore di altre cose. Per dirla in altre parole, il pressappochismo formale e artistico, la mancanza di “classe” e “stile”, la “sgrammatizzazione” più becera sono all’origine dei nostri problemi attuali, politici, sociali e culturali, mentre appaiono agli occhi degli ingenui come tentativi di “emancipazione” e come garanzie di “autonomia” dal potere.”

Altre offese e altra ignoranza. Evito di ripetermi, come lei invece adora fare e passo a dirle che se c’è un cantautore che in Tv ci va pochissimo e ancora meno sui giornali, quello è proprio Vasco Rossi. Se poi parliamo di ripetizione e già visto, anche senza il signor Rossi la TV e i giornali sono costantemente una ripetizione inutile dello stesso rotocalco, un po’ come i concetti del suo pseudo-articolo! Per i problemi nostri attuali, non cerchi facili accuse nella “sgrammatizzazione” di Vasco, ma guardi un po’ agli ammanchi storici della nostra formazione scolastica, dove per anni si susseguono riforme atte a distruggerla nella parte più importante, la cultura e la sua diffusione.
“Vasco Rossi rappresenta allegoricamente tutto ciò che di Male hanno generato gli anni ‘80: il culto dell’arroganza, l’ignoranza e la trascuratezza elargite a valore, la convinzione che la logica del “duro” fosse adeguata per ergersi contro il sistema dominante. Come diviene palese nel corrispettivo americano di Vasco, ovvero nei Guns’n'Roses, si è creduto negli anni ‘80 che la formula migliore di opposizione al dominio fosse quella di rinunciare alle caratterizzazioni proprie di esso, e queste caratterizzazioni furono rintracciate nella “cultura” e nella “conoscenza”. Addirittura al di là della concezione di “cultura alta” e “bassa”, la nuova generazione si rifiutò di avvicinarsi anche approssimativamente all’arte, alla comprensione critica, allo studio, convinti che tale approccio ostentasse una mancata-omologazione. Alla conoscenza e alla volontà di comprendere criticamente il mondo attraverso lo studio, si sostituì un “I don’t care” ereditato dal punk inglese, così come dall’esperienze inglesi della fine degli anni ‘70 si ereditò il culto delle droghe sintetiche, la logica dello “sballo” e il menefreghismo edonisitico. Ma, mentre il punk mantenne ferma la sua netta avversione allo status quo, dato che era nel suo stesso concetto l’impossibilità di essere assorbito da esso (tanto esteticamente quanto stilisticamente e formalmente), con Vasco fenomeno e mercato fanno tutt’uno. Diviene l’autore più seguito e stimato dai giovani, che ne apprezzano il rifiuto della serietà, il culto del “popolare” inteso come “mantenimento dell’ignoranza”. In questa maniera il sistema vigente trova la maniera più adatta per proseguire il suo inarrestabile cammino, perchè ha generato esso stesso un’apparente forma di “opposizione” perfettamente controllata. Oltra a incentivare il mercato, Vasco contribuisce a mantenere intere generazioni nell’ignoranza e nel rifiuto della scoperta del nuovo, e nella convinzione che il modo migliore di relazionarsi alla vita sia fregarsene di comprendere il mondo.”

Gli anni 80 hanno generato altro male, lei dovrebbe ben saperlo dato gli studi umanistici che ha seguito. Gli anni 80 sono stati culla di mali come la mafia contro i magistati, dell’affermazione di persone come Craxi e Andreotti, della Milano da bere e poi abbandonare, della DC che ha contribuito pesantemente al debito pubblico, al proliferare di imprenditori protetti da circoli mafiosi e politici capaci di compiere nefandezze alla luce del sole. Questi sono i mali degli anni 80. Vasco Rossi è stato e lo è tutt’ora, una voce del popolo. Invece che puntare il dito per accusare, perché non prova ad ascoltare cosa questa voce e tutte quelle che sono poi salite a coro, cercavano (e cervcano ora) di comunicare? Perché non coglie l’occasione per affrontare con criterio un’analisi sul messaggio che Vasco ha voluto portare avanti? Eviti di avventurarsi in campi che non conosce citando i Guns’n’ Roses (chi ascoltava anche loro insieme a Rossi avrebbero dovuto impalarlo per non rovinare ulteriormente l’Italia?) e il punk anglosassone (che, per dover di cronaca si posiziona prima degli anni 80!), gruppi semplicemente geniali come i Ramones o i Clash per lei sono perle al porco. Se da tutta la discografia di Vasco lei trae come messaggio che nella vita bisogna fregarsene del mondo proprio non capisce nulla, ma non di musica, di tutto. E forse chi continua a vivere nell’ignoranza non siamo noi, suoi fans, ma lei e tutto il suo falso e costrutto perbenismo falso filosofico.

L’invidia, dice mia nonna, è una brutta bestia!

"Anche se
non rischi mai
anche se di te non si sa niente mai
Anche se
non ce l'hai
un'amante, un vizio strano...
qualcosa dai....

NEANCHE UN PICCOLO DIFETTO...
PRATICAMENTE PERFETTO
E ALLORA DI'
CHE COSA VUOI E DA CHI!!! "

(Praticamente perfetto, Vasco Rossi, 1996)

Professione reporter (?) 2

Quasi per magia, con una premonizione in realtà non troppo difficile, ecco che ieri scrivevo della capacità dei giornalisti italiani di sbattere il mostro in prima pagina senza però occuparsi realmente di ciò che a volte scatena certe scelte. Ma il vizio di salire e scendere dai carri dei vincitori è proprio della logica italiana. Non da meno nello sport. Confermo quindi che anche sulla Rosa di oggi, on-line e non, non vi è traccia di questioni futili come il doping che insidia le radici del ciclismo, ma sul sito gazzetta.it possiamo trovare una notizia legata ad una presunta frode fiscale da parte di Paolo Bettini. Ora, non m’interessa esprimere giudizi su Bettini, sarà la finanza ad occuparsene, come fece con Valentino Rossi, ma ci tenevo a sottolineare che la notizia per ora è il terzo articolo visibile sul sito, pensate, in mezzo a tutti quelli calcistici si è riuscito ad inserire il buon Paolo!Che scatto! Complimenti!Vivissimi complimenti per l’ennesima prova di professionalità di questo quotidiano e, da lettore di vecchia data, per l’illusione creatami direttamente dal suo direttore!


Anche il corriere della sera ha subito messo la notizia dell’indagine su Bettini tra le più visibili del sito e sicuramente domani sarà in prima pagina su entrambi i quotidiani. Quindi per chi segue un po’ il ciclismo oltre il danno la beffa, mentre per i suoi detrattori altra carne al fuoco! D’altra parte si sa, in Italia, il resto dello sport è carne da macello.
Speriamo solo, a questo punto, che i sacrifici fatti per raggiungere certi livelli agonistici, scaturiscano nelle menti dei giovani atleti un necessario cambiamento, una protesta comune. In modo che quell’inspiegabile foga che prende il tifoso nell’ammirare le gesta del suo prediletto, possa essere cibata da persone pulite e coraggiose, capaci di compiere un miracolo al di là degli ostacoli posti da una società dominata dall’immagine!



“Ecco l'agnello di Dio all'uscita dalla scuola.
Ha gli occhi come due monete,
il sorriso come una tagliola.
Ti dice che cosa ti costa, ti dice che cosa ti piace.
Prima ancora della tua risposta ti dà un segno di pace.
E intanto due poliziotti fanno finta di non vedere.
Oh, aiutami a fare come si può, prenditi tutto quello che ho.
Insegnami le cose che ancora non so, non so.
E dimmi quanto maschere avrai e quanto maschere avrò.”
(L’agnello di Dio, De Gregori Francesco, 1996)


giovedì, dicembre 03, 2009

Professione reporter (?)

Alla fine del post di ieri,segnalavo, nel post scriptum, come il maggior esponente dei quotidiani sportivi, ignorasse la notizia, che ancora, dopo averla riletta, considero molto schoccante. Preso però da un senso di correttezza e dato che è facile accusare indirettamente un quotidiano per un misero blog come questo, ho scritto una mail al direttore della Gazzetta dello Sport, segnalando la notizia e il fatto che sulla Rosa non vi fosse nessun riferimento. Con mia enorme sorpresa, dopo poco più di un’ora, mi risponde il direttore, Verdelli Carlo Italo, con le seguenti parole: “(…)inutile dirle che i suo sentimenti in materia di doping sono, da sempre, quelli della Gazzetta. La ringrazio della segnalazione, che giro subito ai responsabili dei desk interessati. Cordialmente.cv” E in effetti in copia alla mail vedo altri due account, probabilmente relativi ai giornalisti che si occupano di ciclismo. Fiducioso ringrazio ed attendo. Sul sito ancora nulla. Ma spero proprio vi sia qualcosa sullo stampato stamane. Niente. Vince ancora il silenzio. Non che mi aspettassi quale segnalazione, ma in un momento in cui non ci sono stati match di calcio dal Week End scorso, in giorni dove le pagine vengono riempite da inutili nonché sempre uguali interviste a quel calciatore o a quell’allenatore, in giorni in cui le prime pagine di questo quotidiano possono anche contenere notizie relative ad altri sport con maggiore spazio….niente. L’unica pagina di ciclismo la si trova alla 27 (ieri avevo scritto 25…che ottimista!!!) e non accenna nemmeno in un trafiletto alla testimonianza del giovane ciclista di cui sotto potete leggere. Inoltre un giornalista di una testata così importante oltre che a limitarsi di copiare la notizia sul quotidiano per cui lavora, ha i mezzi per compiere un’inchiesta, capire chi sia il giovane, intervistarlo, approfondire. Da molti giornali sono partite inchieste, da trasmissioni come striscia o le iene, da “Il Fatto Quotidiano” e da “il Giornale”, quando era in mano ad un vero giornalista, Montanelli. Perché questo silenzio? Poi quando l’ennesimo ciclista italiano colmo delle speranze dei suoi tifosi viene colto in fragrante, titoloni a prima pagina e condanne ad un mondo malato e devastato come quello del ciclista!Ottimo!Viva il tempismo!La notizia, se non riguarda il calcio, che comunque seguo con passione da sempre come altri sport, non è notizia. Ma lo capiamo che qui si sta minando la mentalità delle nuove leve sportive italiane? Riusciamo ad accorgerci che stiamo raggiungendo un punto di non ritorno? Ma dove sono i giornalisti? Che fine hanno fatto? E non stiamo nemmeno affrontando temi politici scottanti!?! Forse ormai è un morbo che si espande nelle maggiori testate italiane.

Noi, comunque, attendiamo, ci sediamo con calma e vediamo se questo silenzio è dato solo da tempistiche necessarie alla realizzazione di un servizio dettagliato, curato e di rispetto nei confronti di chi ama lo sport e chi, in teoria, dovrebbe viverlo, ogni giorno, nella propria redazione!


“Mentre fra gli altri nudi
io striscio verso un fuoco
che illumina i fantasmi
di questo osceno giuoco.

Come potrò dire a mia madre che ho paura?”

(Cantico dei Drogati, De Andrè Fabrizio, 1968)

mercoledì, dicembre 02, 2009

La testa (persa) della corsa

Ricordo che la prima vera grande emozione da tifoso del ciclismo l’ho avuto con Marco Pantani nel ’98. Al Giro d’Italia. Erano anni che mio padre, corridore amatoriale e adoratore di quel ciclismo fatto di sudore e fatica, di gambe distrutte dalle salite che ancora pompano sui pedali, mi narrava di epiche corse divenute ai miei occhi, ancora privi della tecnologia della rete, battaglie mitiche tra eroi fatti di ferro e tuoni che si combattevano per la gloria di una vetta. Perciò per tutta l’infanzia ho sempre seguito volentieri le competizioni ciclistiche, dal Giro al Tour, alla Milano-San Remo e i Mondiali ed ancora oggi, quello sport mi prende diversamente da altri forse anche perché crea involontariamente un forte legame paterno. Ma mai avevo trovato il mio “eroe”, erano tutti corridori che piacevano a mio padre e come tali li seguivo. Marco Pantani lo sentivo mio. Piaceva, ovviamente, ad entrambi, ma era un comune piacere e non osmotico.

Rammento che nell’estate del ’98, ero solito videoregistrare la tappa per mio padre, che per lavoro il più delle volte se la perdeva, per poi rivederla sinteticamente con lui la sera, prima delle uscite con gli amici. Fu il giorno della terzultima tappa del giro, tra Mendrisio e Lugano, che precedeva la crono finale prima della sfilata milanese. Era stato un giro testa a testa tra Pantani e Tonkov, Marco era in rosa ma il distacco era veramente esiguo, soprattutto perché il russo era più forte e disciplinato in cronometro. Mi alzai per far partire il videoregistratore per i consueti ultimi kilometri e non riuscì più a muovermi. Una volta che il tasto rec avviò la registrazione e i miei occhi tornarono sullo schermo, Pantani iniziò con i primi attacchi, prima gettando la mitica bandana, poi gli occhiali, poi la rabbia. Gli anni precedenti lo avevano visto vittima di incidenti stradali mentre si allenava, gatti grigi che lo facevano cadere in gara e preparazioni altalenanti. In quegli scatti, che sembravano cartucce preparate con cura da tempo, lasciate lì per il duello migliore, il più bello, quegli scatti, che tagliavano il respiro sotto un sole caldo ed impietoso, che anche da casa sembrava senza ossigeno, quegli scatti sono entrati nella mia vita in quel momento e non se ne sono mai più andati. Alla fine Tonkov, dopo l’ennesimo affondo cedette e non vide più la schiena del “Pirata”, che vinse tappa e tour, dato che anche il giorno dopo riuscì a tenersi dietro il suo avversario in cronometro. Ma la vittoria era arrivata con quell’ultimo strappo e lo si leggeva nella faccia di Tonkov che molla, lascia, alza bandiera bianca. La sera stessa non stavo nella pelle e benché rividi la tappa e gli ultimi minuti per diverse volte prima dell’arrivo di mio padre, non vedevo l’ora di leggere nella sua faccia quello che sicuramente c’era nella mia quel pomeriggio ormai lontano. Poi umiliò anche un certo tedesco al Tour, vincendo un'accoppiata senza precedenti.


Dopo allora, Marco Pantani è stato distrutto. Forse per un potere troppo alto che non voleva il ciclismo così seguito a discapito di altri più remunerativi sport. Forse per la sua fragilità. Forse solo per fatalità. Non è questa la sede e non lo sarà mai, Marco Pantani per me è stato e sempre sarà, solo, “Il Pirata”. Ma con la sua eclisse e con gli anni successivi un nome ha preso piede nel ciclismo e, ormai, viene quasi usato come cinico sinonimo: doping. Purtroppo i casi di ciclismo infetto si sono susseguiti in questo decennio con scala sempre più ampia e situazioni al limite dell’imbarazzo: squadre perquisite la notte a sorpresa, test effettuati anche fuori dal periodo di gare, esami del sangue esposti online per dimostrare la proprio innocenza. Non dico non sia giusto ma non oso pensare cosa succederebbe se fosse fatto in altri ambienti sportivi (e mi fermo).


Leggiamo oggi, da Repubblica, la testimonianza di un giovane dilettante juniores che alla vigilia della prima vera gara da professionista, vede le sue speranze e i suoi sogni, le sue fatiche e i suoi sacrifici, infranti, disintegrati, da una siringa e dalla triste verità sputatagli in faccia direttamente dal suo nuovo preparatore atletico che, con una certa insolenza, rimane stupefatto che il giovane sia “tutta farina del suo sacco”, che non abbia mai chiesto aiuti farmacologici e che, inoltre, insolenza più grande, ne rimanga stupefatto. Ora quel ragazzo ha abbandonato il ciclismo, spero ci ripensi, mi auguro sinceramente che lo faccia. Ma spero anche che abbia il coraggio di denunciare, di condannare e di aiutare ancora di più le federazioni e le forze dell’ordine. Perché io rivoglio le sensazioni forti e vere che questo sport negli anni ha regalato a mio padre, a me e a tutta quella “carovana” di personaggi che ogni anni annidano le strade impervie dei tapponi di montagna, che ci sia sole o grandine. Rivoglio l’onore di uno sport epico, solitario e coraggioso. Dove non hai tempo di pettinarti i capelli o lamentarti per un’infrazione. Dove la moviola non serve a nulla, ma serve solo il cuore, tanto cuore!

“Sono seduto in cima a un paracarro
e sto' pensando agli affari miei
tra una moto e l'altra c'e' un silenzio
che descrivere non saprei.
Oh quanta strada nei miei sandali
quanta ne avra' fatta Bartali
quel naso triste come una salita
quegli occhi allegri da italiano in gita
e i francesi ci rispettano
che le balle ancor gli girano
e tu mi fai dobbiamo andare al cine
vai al cine vacci tu
Za za za zaz!”
(Bartali, Paolo Conte, 1979)

p.s. è fantastico vedere come un “quotidiano sportivo” nonchè maggiore sponsor della gara (quasi omonima) in rosa, come la Gazzetta dello sport, ancora non riporti nulla sul suo sito, soprattutto dato che il compianto direttore Cannavò era un noto amante delle due ruote a pedali…speriamo domani di leggere qualcosa sul giornale stampato..almeno prima di pagina 25!

venerdì, novembre 27, 2009

Gli intoccabili

Regime: Forma di governo: r. monarchico, repubblicano, dittatoriale, democratico,rivoluzionario
spreg. Forma di governo antidemocratica, fondata su accordi di potere poco limpidi, al di là della veste legale da cui trae legittimazione (Diz. Hoepli on-line).
Per regime si intende un sistema di controllo sociale, ovvero, più specificamente, una forma di governo, specialmente quando è strettamente correlata ed identificata con una personalità politica che vi assume un ruolo dominante (ad esempio, "il regime di Saddam Hussein" o "il regime di Franco"), oppure ad una determinata ideologia politica (ad esempio il regime fascista o il regime comunista) oppure ad una dittatura militare. (Wikipedia)

Leggendo le definizioni di “regime” sopracitate (ma anche altre trovate sempre sparse nei vari dizionari della rete), le parole più inquietanti che si ripetono sono “controllo sociale”, “antidemocratico” (e quindi anticostituzionale), “dittatura militare”. Tutte definizioni che troviamo nei (pochi) giornali che stanno cercando di avvisare la popolazione che Voldemort e soci si stanno muovendo per creare uno scudo protettivo e di protezione al loro enturage, composto da la creme de la creme della società italiana. Un regime lo si raggiunge anche con il falso favore del popolo, creato da utopistiche promesse alimentate da un bugiardo benessere o da geniali distrazioni, inflitte dagli organi di stampa e dai media genuflessi al potere. Hanno ammazzato il lodo Alfano, Il lodo Alfano è Vivo! Solo che si chiama processo breve e se dovesse mai passare, sarebbe ormai chiaro che in Italia c’è chi è effettivamente intoccabile. Ma è probabilmente peggio, sì perché un po’ come la mossa “Kansas City” presente in Slevin, mentre guardi da una parte, ti fregano dall’altra. E quindi questo nuovo ddl non è altro che un pretesto per Lerch Ghedini di riscrivere e riproporre un Lodo Alfano nuovo di zecca e pronto a passare l’anticostituzionalità che precedentemente lo aveva bloccato.
Ma c’è di più, perché Voldemort è tornato a dettare condizioni ad alleati e non, affermando tramite un comunicato stampa del PDL che «L'Italia è l'unico Paese in cui la magistratura ha finito per acquisire un peso così abnorme nella vita democratica» mentre «di converso il potere politico fondato sulla sovranità popolare rischia di apparire impotente a svolgere le proprie finalità. Questo problema non riguarda una sola una persona o un solo partito, ma la natura stessa della democrazia e la capacità di chi è investito di una responsabilità politica di adempiere alle proprie responsabilità nei confronti del Paese». E perciò ha deciso che «Il partito decide su tutto a maggioranza, chi non si adegua è fuori».

Fuori!..insieme a quei giudici comunisti che hanno talmente tanto potere nella vita politica del nostro paese che non riescono nemmeno ad avere sua Eccellenza Voldemort disponibile in aula per un regolare processo, gli stessi eversori che con tremendi calzini turchese vengono pedinati dai sicari televisivi del loro acerrimo nemico; le vittime quindi diventano i politici, veri e propri uomini nel mirino di una persecuzione atta a minare la democrazia. Ma per favore!Ricordate? Mossa “Kansas City”, distrazione e poi colpo mortale.
E se non salite sul carro…tanto peggio per voi, verrete schiacciati dalla sua avanzata.
E nel frattempo la sinistra…o quello che ne rimane…tace. Forse perché, certe trovate di questa nuova giustizia creativa, come quelle legate all’economia creativa dello scudo fiscale, faranno comodo anche a loro.

“La guerra è pace.
La libertà è schiavitù.
L'ignoranza è forza.”

“Alzò lo sguardo verso quel volto enorme. Ci aveva messo quarant'anni per capire il sorriso che si celava dietro quei baffi neri. Che crudele, vana inettitudine! Quale volontario e ostinato esilio da quel petto amoroso! Due lacrime maleodoranti di gin gli sgocciolarono ai lati del naso. Ma tutto era a posto adesso, tutto era a posto, la lotta era finita. Era riuscito a trionfare su se stesso. Ora amava il Grande Fratello.”
(George Orwell, 1984)

mercoledì, novembre 18, 2009

Aderiamo!

Sì lo so...molti di voi penseranno che non serve a nulla. Che le speranze sono vacue e che forse la rassegnazione è la soluzione migliore. Beh, io vi dico che se la storia ci avesse insegnato a perderci d'animo, le più grosse rivoluzioni umane, non avrebbero mai avuto luogo. Io vi dico che la misura è colma e che è ora di alzarci dai nostri allori, dai salottini delle chiacchiere e delle frivolezze. E' ora di far sentire la voce della massa, del popolo. E questo, come molte altre iniziative, potrebbe essere un primo fondamentale passo. Se poi dovesse fallire ancora, ne tenteremo altre, perchè la rassegnazione porta solo alla sconfitta della nostra identità, del nostro essere. Crediamo in ciò che siamo e facciamoci notare. Non servono le bombe, abbiamo i cervelli.
E' per questo che vi chiedo di aderire alla petizione postata qui a fianco "Adesso Basta", legata alla protesta per le leggi ad personam, diretto a Fini e Napolitano e promosso da "il Fatto quotidiano". D'ora in poi su questi blog saranno linkate diverse campagne nella speranza che quei piccoli passi siano molti e costanti. Ogni muro è abbattibile, solo che a volte le nocche possono sbucciarsi.
"Non sono i popoli a dover aver paura dei propri governi, ma i governi che devono aver paura dei propri popoli." (Thomas Jefferson)

venerdì, novembre 13, 2009

Venerdì 13

Sono indeciso. Non so se preoccuparmi dell’arroganza con cui il governo Italiano (avevo scritto nostro ma suonava male) propone queste nuovi ddl senza rendersi conto di quanto possano risultare bizzarri, imbarazzanti, soprattutto dopo la bocciatura del Lodo Alfano; oppure se preoccuparmi che questi ddl vengano approvati. Perché lo sappiamo,no? E’ così in Italia. Si sposta l’attenzione su altro, su crocifissi, su ignominie nei confronti di altre religioni, sulle partite della domenica o le convocazioni in Nazionale, sulla velina di turno con l’attore del momento; ma nel frattempo, le sottotrame del nostro “bel paese” si muovono, si insidiano e solidificano, dalle ceneri di una vecchia legge ne nasce una nuova, dalle ceneri di un precedente partito ne sorge un altro. Per questo il ddl sui “processi brevi” riesce addirittura ad essere discusso e proposto in senato, cosa che in altri paese dell’Unione Europea non verrebbe nemmeno messo in una barzelletta perché troppo incredibile. Gasparri giustifica dicendo che “dall’Europa ci arrivano sanzioni perché i procedimenti penali sono troppo lunghi. E’ ora di risolvere!”.Ma bravo. E allora tana libera tutti. Ma come può dichiarare una cose del genere?!Come si può essere così arroganti e spudorati parlando di un ddl che è stato già dichiarato anticostituzionale? Ok, è Gasparri. Potrebbe anche non arrivarci a certi sillogismi, ma non è il solo. Ovviamente tutti burattini mossi da Voldemort!

Intanto tutti i piccoli risparmiatori che sono stati rovinati da Tanzi o da Cragnotti, con gli affaroni Cirio e Parmalat, tutte le vittime della Thyssen e i loro famigliari non troveranno mai pace e giustizia. Beh, succede, qualche errore nella stesura della nuova legge può esserci. Errori che potrebbero scarcerare delinquenti o chiudere processi importanti e che da anni tengono vive le speranze di cittadini rovinati dalla cupidigia altrui. Ma a Voldemort e i suoi maghi non interessa, lo scopo finale è uno ed uno soltanto.

Il potere senza esclusioni.

Non si scherza, non è un gioco sta arrivando Mangiafuoco
lui comanda e muove i fili fa ballare i burattini

State attenti tutti quanti non fa tanti complimenti
chi non balla, o balla male lui lo manda all'ospedale

Ma se scopre che tu i fili non ce l'hai se si accorge che tu il ballo non lo fai
allora sono guai - e te ne accorgerai attento a quel che fai - attento ragazzo
che chiama i suoi gendarmi e ti dichiara pazzo!...

(Edoardo Bennato, Mangiafuoco, dall’album “Burattino senza fili”, 1977)

p.s. mi faceva notare un amico che gli anglosassoni oggi hanno il loro giorno superstizioso, surante il quale, oltreoceano, un folle con maschera da Hokey e Macete uccideva giovani ignari. Da noi il venerdì 13 emettono il ddl salva-premier. Meglio il macete. (thank to Ocha for the bitter laugh)


lunedì, novembre 09, 2009

Scene di (stra)ordinaria Follia

E continuiamo a farci del male. Dopo la sentenza della corte di Strasburgo relativa alla presenza o meno del crocifisso nei luoghi pubblici, in Italia i salotti del potere televisivo, dalle interviste ai trans sono passati agli ospiti clericali e non, per aumentare le polemiche (sterili) sulle questioni morali e religiose legate a questa decisione europea. Premettendo che non voglio assolutamente commentare la questione crocifisso sì crocifisso no, ciò che più mi scandalizza è la naturale arroganza dei nostri politici al governo nei confronti degli altri paesi. Da La Russa, che ha dichiarato morte alla corte europea (da RADIARE!) alla Santanchè che non perde tempo nell’insultare l’Islam, tutti hanno dimostrato una becera ignoranza dialogativa e diplomatica, imbarazzandoci ancora di più come popolo italiano. Vedere queste persone in tv diventare rosse e sbraitare sproloqui senza senso nei confronti di popoli che non sanno nemmeno dove si collocano geograficamente e storicamente, è triste, è la morte della cultura. Siamo la culla della letteratura europea, fino all’ottocento l’Italia era meta culturale di ogni ricco nobile d’Europa; il nostro paese ha dato i natali a Dante, Petrarca, Leonardo, Marconi, Manzoni, Verdi, Dario Fo e molti altri grandi della storia e dell’evoluzione letteraria e scientifica. Ora abbiamo degli zimbelli, dei teatranti, dei buffoni tirannici e narcisisti, politici che fanno figure internazionali che nemmeno Mister Bean riuscirebbe a ripetere. Come si può accettare, avendo un minimo di cervello, un ministro, un deputato del nostro governo, affermare in diretta TV che “Maometto era pedofilo”? Io sono sconcertato, inorridito. Sentendo la notizia non ci volevo credere, poi alla radio hanno mandato l’audio della trasmissione e volevo piangere! Va bene difendere le proprie idee religiose, va bene discutere con altri rappresentanti di altre religioni, ma non siamo al bar sport a discutere di un derby, dove alla fine si arriva sempre al “mai stati in b”, “mai vinta la coppa vattelappesca!”. E’ un terreno delicato la religione dove serve diplomazia e capacità d’ascolto e di confronto. La pazza Daniela, in pure stile Sgarbi (che sottecchi se la rideva sullo sfondo come un maestro fiero), ripeteva la frase non ascoltando nemmeno le proteste contenute degli esponenti islamici e la conduttrice che cercava di sedarla (un inutile D’Urso che fino ad un mese fa si occupava di calzini turchesi), come un bambino impertinente, lalalalalala. E solo pochi giorni prima, sempre durante un salotto mattutino, il folle La Russa, con occhi di Bragia come il Caron dimonio, a dichiarare “Devono morire” urlando io il crocifisso non lo tolgo.

Schegge impazzite. Mine vaganti. Matti liberi di vagare.


Verso dove stiamo andando? A cosa ci porteranno questi stupidi pupazzi parlanti chiamati politici? E coloro che dovrebbero opporsi per definizione, dove sono?Cosa fanno?Cercano alleanze e speranze ma ignorano ciò che si sta creando in torno ai nostri confini.
Odio. Ribrezzo. Bassa considerazione di noi italiani. Chi ci rappresenta ci mostra al mondo. E ne sono schifato!

E intanto, in qualche luogo buio e nascosto, il nostro Voldemort sorride, pensando che per un po’ l’attenzione non sarà più su di lui, sulle sue magagne e su ciò che, misteriosamente, sta elaborando per tutti i babbani!


"How can we win when Fools can be Kings?"
Muse, Knight of Cydonia, 2006, Black Horse and Revelation

martedì, novembre 03, 2009

Dormite sonni tranquilli...


Dopo giorni turbolenti e devastanti, l’ex-governatore del Lazio Piero Marrazzo, ha confessato che i soldi di cui era in possesso la fatal mattina delle riprese segrete, servivano per la cocaina e non per pagare un eventuale ricatto. Quindi scopriamo che al nostro caro politico, piaceva sollazzarsi anche con la polvere bianca. Sai che novità. Perciò, battute a parte, un cittadino italiano, non solo ha confessato di acquistare della cocaina, ma di farne uso personalmente e dato che i soldi “appoggiati” sul tavolino della casa/harem erano circa 3000 euro, è facile immaginare che le quantità non erano certo quelle descritte nel rapporto dei carabinieri “abbiamo visto che la quantità di cocaina era modica e l’abbiamo buttata nello scarico”. Ottimo. Marrazzo, però, si è dimesso, ha lasciato il suo incarico politico, poiché la sua figura di governatore era stata irrimediabilmente distrutta e non avrebbe avuto senso mantenerla. E per dei vizi legati alla sua vita privata. Ha sbagliato, ha infranto la legge e deve essere giudicato. Ci tengo a precisare che se un politico è un buon politico, io me ne infischio delle sue tendenze sessuali o di come decide di passare il suo tempo libero, purché rispetti la legge nel farlo. Ma sono giuste le sue dimissioni.
Non tutti la pensano così.
Voldemort ha appena dichiarato che, anche se giudicato colpevole, lui non si dimetterà. Tralasciando che non gli si chiedono le dimissioni per problemi legali legati alla sua vita privata, ma a due processi di un certo spessore, in cui le parole corruzione e concussione si ripetono spesso, più di “trans” e “cocaina” nelle dichiarazioni di Marrazzo. Come tutto ciò sia possibile ancora me lo chiedo. Come una costituzione venga così calpestata, ignorata e tralasciata è incredibile, ma non da parte del premier, che ovviamente ne trae beneficio, ma da parte degli organi di stampa, da parte della sinistra ora tutta presa con il cowboy Bersani pronto a tornare alle care e “solide” alleanze stile Ulivo, da parte dei magistrati che sospendono il pagamento dell’ammenda di Fininvest nei confronti di Mondadori poiché si è ricorsi in appello (io se dovessi contestare una multa ad un giudice di pace dovrei prima pagarla e poi attendere il rimborso in un eventuale ricorso vittorioso). Non si tratta più di due pesi e due misure, si tratta di un mondo, quello reale, e il loro mondo, quello degli intoccabili, degli invincibili, degli unti dal signore.
Nel frattempo, a Roma, nel carcere di Reggina Coeli, un giovane di 30 anni, Stefano Cucchi, veniva pestato a morte, perché così è stato e perché volevano dimostrare che lui “intoccabile” non lo era, a causa di una ventina di grammi di hashish. Le foto scioccanti del suo cadavere sono state pubblicate da “il fatto quotidiano” e sono girate online, accompagnate dalla frase “Potrebbero urtare la vostra sensibilità”. Beh, sì..hanno urtato la mia. Ma non perché mostrano un corpo senza vita, ma per quello che quel corpo rappresenta. Un abuso di potere che stiamo trasformando in consuetudine, in normalità. Spero, prego, che in un modo o nell’altro emerga la verità, che i colleghi di questi animali li denuncino, che facciano cerchio per proteggere la categoria, per dimostrare che l’onore è ben altra cosa.
Svegliamoci, stiamo dormendo il sonno che loro vogliono farci dormire.


E quando un uomo è nudo è nudo e nessuno puo’ dire se quest’uomo sia buono o cattivo, figurati se importa poi come si vesta: una bestia in divisa resta una bestia, chiamata a tutelare i diritti di chi? E’ successo a brother Rodney King, colpevole del crimine di esser nato nero nella buia capitale dell’impero del denaro.Colpo su colpo, battuto come un polpo, legato, incaprettato e trascinato per lo scalpo documentato, l’hanno filmato, pagine d’odio scritte sul selciato, vergate col sangue di un uomo innocente, impotente, che con quei bastardi no c’entrava niente, ma cara gente quotidianamente, succede anche in italia, ma non si sente.

(Frankie-hi-nrg, Libri di Sangue, 1993)

venerdì, ottobre 23, 2009

OSSESSIONE IMPOSTA

Come ogni mattina, leggendo il Fatto quotidiano in metro, mi trovavo a pensare all'argomento odierno del post e, arrivato davanti ad un pc, mi stavo accingendo a dare la quotidiana controllatina ai vari blog, abitudine da ufficio, quando blogger mi segnala un errore d'accesso dal codice irripetibile. Come ogni buon eternauta, cercando on-line l'errore scopro che è diffuso e sconosciuto, ma soprattutto, scopro un'aria di ossessione. In molti, nei forum, già gridavano all'oscuramento, poichè i loro blog, come questo, riportano diverse lamentele nei confronti di Voldemort e compagni...ehm...colleghi (no scusate ma la storia del posto fisso mi sta confondendo!). Ovviamente non si trattava affatto di quello, anche perchè tali problemi c'erano anche sul server Francese di blogger e tutto in breve tempo è tornato alla normalità. Ma ciò che preoccupa è questa senzazione di vivere la propria libertà d'espressione con tensione, sentendosi minacciati da oscurantismi e censure. E' ormai scontato che in rete vi si trovi ogni pensiero, ogni tendenza ed ogni passione di chiunque abbia voglia di perdere anche solamente 5 minuti per postare un commento, una frase su FB o qualsivoglia social network; temere che questo possa essere bloccato, censurato, cancellato, denota che ormai in Italia si dia per scontato che certe abitudini siano folklore, consuetudine. E tutto ciò mi spaventa. Perchè è sotterranea, silenziosa, ma inarrestabile questa tendenza all'ignorare, all'alzare le spalle e "cambiare canale", come se fosse solo una pubblicità da saltare prima delle notizie di costume del TG. Ci stia facendo cambiare, da molto tempo, e questa passività risulta la nostra più grande debolezza. Vedere che per difendere la nostra libertà d'informazione si siano mosse milioni di persone dall'estero, dovrebbe aiutarci a capire che forse abbiamo un po' gli occhi coperti.





"E qui non c'è niente da pensare..qui basta solo lavorare...e poi guardare la tv..magari quello la in fondo sei tu!"
(Non appari mai, Vasco Rossi, 1993)

giovedì, ottobre 22, 2009

Alla ricerca della libertà perduta

Grandi polemiche tra i nostri (inde)fessi politicanti, babb(an)i e non, sulla legittimità del gruppo di Faccialibro che sponsorizza l’uccisione di Voldemort, “Uccidiamo Voldemort”. Chi grida alla criminalità, chi alla minaccia concreta, chi lo utilizza per farsi pubblicità sempre tramite lo stesso social network. Per quanto mi riguarda face book non è uno strumento che utilizzo, anzi m’infastidisce la devianza che per alcuni sta diventando, ma bloccare un gruppo solo perché contro il premier si unisce alle tante cause che portano l’Italia al 49° posto nella classifica della libertà d’informazione.

Ora, vorrei far notare a tutti questi ben pensanti ministri del lato oscuro, che proprio tra le loro file, vi sono colleghi che aderiscono a gruppi del tipo “E’ giusto torturare un clandestino” oppure creano giochi interattivi, sempre su FB, che simulano l’abbattimento di navi colme di extracomunitari. Questi geniali “liberali esportatori di democrazia”, non si rendono nemmeno conto che la visibilità on-line è immediata e si giustificano con frasi “Ho aderito per buona fede”!Cosa?!?!Buona Fede?!?!?E dove la vedi la buona fede nella tortura?!?!...quindi io posso aprire un gruppo tipo “E’ giusto torturare un Bossi” e posso passarla per goliardia, per buona fede?..
Cerchiamo quindi di evitare di perdere tempo per preservare Voldemort in rete, che tanto è inutile, basta che ogni affiliato a quel gruppo ne apra uno simile subito dopo che lo hanno chiuso. Inoltre, sempre su faccia libro, vi sono infiniti gruppi del tipo ammazza quello ammazza quella, eliminamo topolino, al potere paperino, etc…etc..c’è persino chi perde tempo a fare gruppi del tipo “Eliminiamo Franceschini”, inutile, fa da solo. Marroni Pieni cosa pensa di fare, perciò?Censurare tutto?
Rimane da chiudere face book..ma a questo punto anche i blog…google…e studiare Mao…ah no!...quello era un regime comunista!

mercoledì, ottobre 21, 2009

Nettare divino

Da ormai diverso tempo, la birreria “Birra sotto la Torre” di Melzo (MI), dedica serate alla degustazione della birra, durante le quali si possono assaggiare tipologie diverse di birre artigianali, abbinate ad alimenti ad hoc e introdotte da interessanti e folkloristiche spiegazioni sulla loro provenienza, lo loro produzione e la storia del birrificio da cui provengono.

Ieri sera, immancabili, ci siamo trovati alle 20.30 pronti per deliziare i nostri palati, soddisfare le nostre menti e, più semplicemente, per stare in compagnia di persone che sanno apprezzare una birra in ogni loro forma. Guidati da Cesare Assolari, ambasciatore delle birre Belghe e Zitologo (sommelier della birra), ci siamo mossi all’interno delle tradizioni legate alla produzione di birra d’abbazia e non solo.
Il quartetto di birre era così composto:

MALHEUR CUVEE ROYALE BRUT: una birra chiara, ottenuta con il vero metodo champenoise, molto pregiata e delicata. Dal sapore fruttato e con forte persistenza d’aromi di luppolo, è perfetta abbinata ad un antipasto, magari con formaggi stagionati o salumi di selvaggina. Oppure a sostituire uno champagne a fine pasto. Impercettibili i nove gradi alcolici.

CORSENDONK AGNUS: birra bionda chiara ad alta fermentazione, poiché viene poi rifermentata in bottiglia, prodotta seguendo le tradizioni delle birra d’abbazia. Birra corposa, molto buona, persistenti aromi di luppolo: va servita ravvivando il luppolo nella bottiglia fornendole un colore dorato opaco. Lascia nel palato un piacevole retrogusto spaziato. Abbinabile con salumi ma anche con risotti o piatti molto saporiti.

VAL DIEU BRUNE: birra scura, originaria della Vallona, prodotta con il metodo abbaziale. Fortissimi richiami di cacao e caffè, birra molto corposa che accende il palato, ma dai risvolti vellutati e morbidi. Da abbinare a formaggi molto concreti o leggermente acidi.

KASTEEL BRUNE: birra scura, proveniente dall’omonimo Castello Kastle Brewery, Vallona. Birra dall’alta gradazione alcolica, 11°, molto consistente al palato al quale regala piacevoli note di caffè e cacao. Sicuramente perfetta per dolci a base di cioccolato ma anche con azzardi agrodolce.

Personalmente, la mia preferita è stata la Agnus, una birra capace di soddisfare ogni elemento della tradizione belga: birra dal carattere forte, schiuma persistente e robusta, sapore fruttato al palato e retrogusto amarognolo dato dalle spezie. Ma anche le altre erano bottiglie da podio! Per la Kasteel un discorso a parte, dato che la conoscevo già molto bene (!) e la considero una birra fuori dal coro, poiché molto distante dalle altre per il fortissimo retrogusto al caffè e quindi da scegliere molto attentamente durante una serata.
Infine, i proprietari della birreria, sempre oscpitali con i loro commensali, ci hanno donato una Orval, che ancora devo degustare nella mia umile dimora.
Consiglio a tutti di vivere una serata degustando birra in questo modo. E’ piacevole venire a contatto con prodotti tanto curati e amati dai loro creatori, da renderli piccoli piaceri inestimabili, capaci di risollevare una giornata storta come solo certi sapori sanno fare.
Per il prossimo evento sarà mia premura avvisarvi.
E ricordate : “La mia birra preferita?La Prossima!” (da “La vita secondo Jim”)

martedì, ottobre 20, 2009

Il cielo lasciamolo ai passeri...noi restiamo con i piedi per terra!

E abbandonando i salotti politici e polemici, ritorno alle vere passioni!
Ancona 17 ottobre 2009
Seconda data personale del tour di Vasco, European Indoor Tour, dopo la data zero di Mantova. Partiamo con calma la mattina stessa dell’evento, io e colei che ormai è destinata ad essere l’ufficiale seguace della mie pazzie per il cantautore di Zocca (questa pazzia in particolare parte da un suo sms!)e che ringrazio ufficialmente per questo: Miss Burns!

Il viaggio si rivela tranquillo e scorrevole, con una piacevole sosta autogrill che ha fruttato un triplo cd di Vasco gratis, colpevole il rincoglionimento da sabato mattina della cassiera che, senza rendersene conto, ha tolto la custodia antiscippo ma non ha battuto il codice a barre del prodotto. Grazie cara, chiunque tu sia!
Arriviamo con tutta calma a due passi dal palazzetto, che a sua volta è attaccato alla stadio, quindi parcheggi infiniti per tutti. Lasciandoci alle spalle un biglietto superfluo, ahimè comprato nella speranza che qualche vecchio fans si facesse vivo, ma poi ripiazzato ad un bagarino.
L’attesa per entrare nel palazzetto si è divisa fra birra e chiacchiere, ubriachi e strafatti bergamaschi canterecci e risate per le miriadi di personaggi che sempre si trovano ai concerti del Blasco.
Poi entriamo.
L’atmosfera è già abbastanza elettrica e dopo aver deciso dove appostarci ci dividiamo: io punto al palchetto sul quale suonerà la parte acustica, mentre Miss Burns, come è ovvio, punta al lato del suo amato chitarrista, cercando di fars….ehm..di coglierne al meglio gli assoli…
Attesa, un gruppo di ragazzi fiorentini febbricitanti e..mio dio ma quella è la transenna…e dinnanzi a me c’è solo una fila di persone!Mi sa che oggi mi diverto.
Inizia il concerto con una novità rispetto alla data zero, un’intro musicale prima delle note che introducono “Un gran bel film”. E poi via sparato senza sosta con “Cosa vuoi da me” e “Ieri ho sgozzato mio figlio” (e qui..anche se non la vedevo, sapevo che la Miss stava sbavando!)..pausa per spiegare che la “prossima canzone è la prima del mio primo album”: lacrime con “La nostra relazione”! Prosegue con le emozioni (forti) infilandoci “Ogni Volta” e “Gli Angeli”, poi si torna a ballare e saltare e gridare: “Domenica Lunatica”, “Dimentichiamoci questa città” e “Vivere senza te”. Se chi sta leggendo ama Vasco, immagino stia capendo il livello di adrenalina che a questo punto stavamo raggiungendo!Ancora una pausa lenta con il trittico “Anima Fragile”, “Colpa del Whisky” e l’inedito “Ad ogni costo”. Qui succede qualcosa che non pensavo potesse darmi tutte quelle emozioni che poi mi ha dato: alla fine di Anima Fragile, come sempre preso dalla canzone che lo spinge spesso a sdraiarsi e buttare le braccia al cielo, corre verso di noi e a quel punto una forza enorme mi spinge a ridosso della transenna, la mia mano sinistra è tesa e lo vedo sopra di me a battere il cinque!!Non tanto il fatto “mi ha toccato”, ma lo stavo guardando negli occhi, incredibile la sensazione di vederlo così vicino a noi.
Dopo tutte queste emozioni serve una pausa per tutti e successivamente, a turno, i componenti della band salgono sul palco con un assolo personale, molto bello e migliore di Mantova, con i led alle loro spalle riportanti i loro nomi.
Rientra Vasco e ci stende subito con “Sono ancora in coma” e “Delusa”, un altro tuffo nei classici con “Quanti anni hai”. Di seguito “Stupido Hotel”, “Un senso”, “Deviazioni” e “Il mondo che vorrei”. Anche qui avviene un miracolo: Vasco corre in direzione di Steff ma poi devia sotto di lui e stringe mani al pubblico, sapevo che la Miss si trovava lì e, a fine concerto, anche lei confermerà la stretta di mano con Lui (anche se in quel momento stava estasiata ed in bambola sulle braccia di Burns!).




Escono tutti e poco dopo, finalmente, il momento più atteso, Vasco, un palchetto che si alza leggermente sopra l’altezza della transenna, una chitarra, microfono e sedia, su cui rigorosamente appoggia il piede.
E l’emozione tocca il suo apice.
Dice che vuole mostrarci come nascono le sue canzoni e quindi parte con un’acustica di “Sally” e “Dillo alla luna”, in solitaria, poi a metà di “Una canzone per te” interviene Solieri e verso la fine arriva Stef Burns. Insieme fanno anche “Incredibile Romantica”, ma la chitarra di Vasco è già a tracolla.
A questo punto il percorso è quasi completo, la canzone di Vasco, partita strimpellando la chitarra viene sempre di più arrangiata e tutto il gruppo si unisce per “Hai ragione tu”, “Ridere di te” e “Occhi blu” per chiudere poi il cerchio con la magnifica “Senza Parole”. Le battute finale di questo splendido spettacolo spettano come sempre a “Vita Spericolata” e “Alba chiara” preceduta dalla tradizionale ma sempre commovente dedica a Massimo Riva.
Vasco è in forma smagliante!Il tour nei palazzetti lo stimola parecchio e si vede che è gasato. Vederlo a questa distanza è stato come andare al pub vicino a casa a sentire suore degli amici, vedevo ogni espressione, vedevo la band che rideva e si parlava durante le pause o mentre suonavano. E’ fantastico.
Ripartiamo esausti ma pieni d'adrenalina. Una tappa al merchandising ufficiale per acquistare la maglia dell'evento e poi a dormire in autogrill: sacco a pelo, orecchie fischianti ma tanta felicità a scaldare gli animi (mi spiace per la Miss ed il suo - io russavo - inconveniente con il rimorchio-frigo che si accendeva in continuazione!).

Non aggiungo altro se non..quanto manca a febbraio?

venerdì, ottobre 16, 2009

SEGNALAZIONE VELOCE

Giusto per contro-informazione...dato che Voldemort afferma d'aver fatto un miracolo in Abruzzo, in previsione di ciò che può "miracolare" in Sicilia....leggete il blog di MissKappa, che direttamente dalla sua terra ci racconta cosa sta succedendo, ogni giorno! Lo aggiungo anche nei link a lato. Ciao Anna!Grazie!

Nuove Paure, vecchie abitudini


Fantastico!L’affossamento di una legge che avrebbe assegnato un’aggravante per reati commessi ai danni di persone omosessuali, sta diventando l’esempio della difesa dei loro diritti. Ebbene sì!Praticamente cercano di propinare che una legge del genere avrebbe ulteriormente diversificato i gay dagli etero. Non emerge il problema di fondo, che invece in Europa hanno già colto, proprio perché esistono persone con il cervello ristretto che credono che l’omosessuale sia DIVERSO, devono esistere leggi che tutelano dall’ignoranza razzista che causa sofferenze a chi, diverso, non lo è affatto.
Certo, è triste e ridicolo nel XX secolo pensare che si necessiti di ulteriori punizioni legali per proteggere una categoria che di fatto non esiste nemmeno. Ovviamente, nella testa di chi ospita nel suo cervello ancora un po’ di buon senso. Io provo ribrezzo solo al pensiero che se ne debba parlare come di un problema, figuriamoci pensare ad una legge per renderlo reale. Ma è necessaria, perché è a quello che servono i governi. A prescindere dai loro pensieri devono creare una struttura di leggi per sopperire ai limiti mentali e egoistici del popolo che governano. Il razzismo è un cancro per ogni nazione e quindi non ci sarebbe nemmeno da discuterne!
A Roma sta avvenendo una vera e propria caccia. I limiti sono stati oltrepassati diversi mesi fa e ciò che ora mi fa più paura è il senso comune d’insabbiare questi atti di ignobile violenza reputandoli normali scintille di follia. E’ razzismo. Se uno che si chiama “svastichella” si permette di dire che “quei Gay mi avevano provocato” solamente perché si stavano baciando, siamo più o meno nei pressi dell’omofobia medioevale, alla caccia alle streghe, siamo all’antisemitismo sessuale. Pseudo-gionalisti come Farina de “Il Giornale”, non si rendono nemmeno conto delle conseguenze che i loro articoli possono portare. Affermare che a livello sociale uccidere un gay single non è proprio come uccidere un padre di famiglia (editoriale di lunedì), è una cosa gravissima. E’ istigazione alla violenza. E’ come depenalizzare un reato basandolo su di un pregiudizio. Molto costituzionale direi!
Ma verso cosa stiamo andando? Ci rendiamo conto che la strada che stiamo percorrendo è estremamente pericolosa?
Mentre posto, scopro che nella notte romana, bande inneggianti al Duce hanno colpito nuovamente. Forse è già troppo tardi.


"Paura del diverso..paura del possibile...

.....paura che il diverso sarebbe anche possibile" (da "Preso Blu", Subsonica)

martedì, ottobre 13, 2009

Demenziale Triello

E’ in arrivo un bastimento carico di…primarie!Finalmente si passa alla controffensiva. No!Un attimo….per quello c’è tempo…non vorremo fare subito opposizione. Prima decidiamo chi ci guiderà.
Fosse facile.
Il PD (iniziare son “La sinistra” mi prendeva male) è pronto ad eleggere tramite le popolarissime primarie, il suo nuovo leader. Beh, se fossero anche democratiche, queste elezioni interne, si avrebbero altri candidati, altri grilli parlanti. Ma meglio accontentarci, non che vi sia scelta. Il problema è che, in un periodo in cui il potere istituito e il loro giurato nemico, Voldemort, stanno prendendo silurate alla barca che non vogliono abbandonare, l’opposizione sembra non preoccuparsene. D’Alema (rispondendo al perché nemmeno lui fosse in aula per l’incostituzionabilità dello scudo fiscale) “non mi avevano avvisato che si trattava di un voto così importante”!
Quindi servirebbe una svolta, qualcosa di forte che possa scuotere la fiacchezza di questa povera opposizione. Ma quando mai! Ora la querelle più urgente riguarda se fare o non fare un confronto “all’americana” e dove farlo. Hanno scelto YouDemTV. Se non l’avete mai sentita, no problem, non siete soli. Si tratta di una rete online visibile anche su satellitare (SKY canale 813), quindi per pochi eletti. Dopo anni che criticano sua emittenza poiché sta troppo in tv, per una volta che viene loro offerta una visibilità nazionale di rilievo e non propagandistica, in cui poter spiegare anche a chi non voterà le primarie, ma che sarà poi elettore per il traguardo successivo, chi sono, cosa portano e chi difendono, i tre geniali candidati, decidono di relegarsi in un angolo sperduto dell’etere! La 7 è pronta ad ospitarli da molto tempo, la RAI avrebbe diverse soluzioni per creare un ambiente convenevole alla discussione e persino mediaset ospiterebbe l’evento. Bersani, Marino e Franceschini stanno nuovamente regalando la piazza, la scena, all’innominabile, proprio loro che accusavano il leader del PDL di non voler fare confronti con Veltroni. E’ forse troppo chiedere loro di mostrare un po’ di voglia? Un minimo sforzo che spinga anche i più testardi a dar loro una chance? Sarebbe troppo evitare di dire ancora “D’Alema di qualcosa di sinistra!”?
Lo chiamano Triello, rievocando il finale mitico ed elegante de “Il Buono ,il Brutto e il Cattivo”, ma è troppo generoso come paragone, troppo aulico. Se proprio vogliamo fare un confronto western scomodiamo i geniali Ciccio e Franco ne “Il bello, il brutto, il cretino”. Fate voi le associazioni, io tendo ad abbinarli tutti e tre al cretino.

lunedì, ottobre 12, 2009

Libertà in Saldo


“Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perchè tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente.” (Voltaire)

Forse, quel che serve, è un po’ di cultura in più. Il ministro della PARI OPPORTUNITA’ Mara Carfagna, sta proponendo in queste ore, di vietare Burqa e niqab nelle classi italiane. La sua tesi è che rappresentano un senso di oppressione e schiavismo nei confronti della donna e che tali tradizioni sono incompatibili con la tradizione italiana. Vorrei dissentire. Prima di tutto si parla d’oppressione quando viene imposto un determinato pensiero o modo di essere e poiché chi è di fede musulmana non vede il burqa come un imposizione, mi sembra più opprimente vietarlo e vietare la libera espressione dei proprio credo. Inoltre nel concetto di integrazione, che lei vede difficile da raggiungere permettendo d’indossare tali capi, il rispetto degli usi e costumi altrui è il primo passo per evitare divergenze. Evitiamo di perderci in esempi di tragedie famigliari legate alla religione, utilizzandole come scudo per queste proposte razziste.
Secondo punto le tradizioni che lei dice minacciate: “La tolleranza non può diventare una minaccia alla nostra civiltà. Il tempo sta per scadere, è in atto un tentativo di sopraffare secoli di civiltà, di instaurare un regime che nega i diritti”. Secoli di civiltà?!Le tradizioni musulmane hanno secoli di storia alle spalle e una rappresentante del governo si limita a debellarle appellandosi alla pericolosità della tolleranza (un ossimoro) e al fatto che tentino di soverchiare secoli di civiltà?...ma dove in Italia?...nello stesso stato dove a Roma quando quest’estate c’era la caccia al Gay il sindaco si è limitato a trattarla come una goliardia tra studenti? In Italia dove a Milano un ragazzo di colore viene pestato a sangue da due adulti per una scatola di biscotti? In Italia dove le più alte cariche del governo hanno processi pendenti se non caduti in prescrizione e accuse di favoreggiamento alla prostituzione? In Italia dove una ragazza musulmana non può fare il bagno con il birkini perché considerato poco igienico? Eh sì…è proprio un paese civile il nostro, caro ministro.

"Se il porco è uno solo si grida allo scandalo, se sono dieci non si dice più nulla, se sono venti si dubita di se stessi, se sono ancora di più si grugnisce beatamente in coro"
Julien De Valckenaere

venerdì, ottobre 09, 2009

Voldemort a processo!


Ebbene, i miracoli avvengono!Benchè ancora io mi domandi cosa stessero pensando i 6 giudici, evidentemente non di sinistra, che non hanno votato contro l'incostituzionabilità del brodo (m)alf(s)ano, è un piacere sapere che l'innominabile (nelle aule di tribunale) ha chiamato l'amico in Vespa per sfogarsi con irripetibili frasi di congiure e di pressioni comuniste. Sì, forse il rinnovato ottimismo qui ad Hogworts lo pagheremo presto, è probabile che la corte dei maghi poi si riveli nuovamente attratta dalle streghe di Eastwick o dalle pentole d'oro degli Elfi dell'arcobaleno, ma per un giorno o due ci piace immaginarlo irritato, nervoso e terribilmente oppresso dalla realtà...ecco un po' come ognuno di noi il lunedì mattina...senza due processi in attivo ovviamente.

Tuttavia è difficile immaginare che quei Babb(an)i che formano l'opposizione al ritorno del Grande Mago Nero, possano capire la forza di questo rifiuto al suo Nodo e concepirne un'arma per detronizzarlo. Come han fatto nel momento in cui si poteva fermare lo Scudo Interstellare Intergalattico, ma erano occupati con un piatto di lasagne o una frittura mista!La vita è fatta di priorità!

News!

Ritorna in attività la grande famiglia di k-factor e per festesteggiarne il ritorno accogliamo un nuovo pargolo... omm-video ...un nuovo spazio dove (s)parlare di Cinema da Divano e Serie Tv (raggiungibile dal link a lato).