mercoledì, luglio 21, 2010

Quanta ignoranza

Guardate l’uomo qui di fianco. Guardatelo bene. Non vi dirà molto, non è certo un volto conosciuto. Ma fissatevelo bene in testa, perché è il simbolo di qualcosa che sottocutaneamente si sta muovendo in Italia, si fa più forte ogni giorno. E’ un sentore di razzismo preoccupante, mascherato come una sorta di riqualificazione e pulizia del territorio. Ma invece di occuparsi di criminali, di prostituzione minorile, di cocaina nelle scuole e di corruzione, il nuovo burocrate è fautore di campagne. Campagna contro i rom, campagna contro extracomunitari sfruttati e sottopagati, campagna contro l’omosessualità. Riporto qualche “geniale” frase del sindaco si Spresiano, Riccardo Missiato, che ha presentato la sua “Estate sicura”: “I gay sono malati e deviati, hanno bisogno di aiuto psicologico (…)” e poi “(…) dobbiamo scoprire dove sono e identificarli”, infine ci chiarisce le differenze morali essenziali “Questa non è la prostituzione femminile, questa è maschile e non può passare inosservata”.

Mi fermo perché il disgusto impone un’ autocensura.

In sole tre frasi possiamo riassumere i seguenti punti focali: epurazione sessuale, i gay sono malati e vanno rinchiusi per essere curati, in caso di fallimenti, eliminati; stanarli sarà fondamentale, resta da capire come attirare un gay in trappola, ma soprattutto come creare un vaccino per chi verrà contagiato; la prostituzione femminile, spesso minorile, è ovviamente permessa, non vogliamo ledere ai piaceri abitudinali della nostra comunità per bene e a quelli della giunta.
Ora, se discorsi del genere proliferassero dal gruppetto ubriaco di giovani skinhead in un bar di paese, non dico che lo accetterei, ma la madre degli ignoranti è sempre incinta e mi consolerei sapendo che nello stesso paese vi saranno persone capaci di cogliere le diversità reali delle persone e non quelle indotte da anni di razzismo inoculato. Ma se un politico, un sindaco, si permette di essere così esplicito, rasentando la denuncia se non l’accusa di istigazione alla violenza (omofobica) e i suo elettori non intervengono ancor prima che lo faccia la magistratura, beh ci dobbiamo seriamente preoccupare. Il sentore diventa certezza, l’idea che una crociata del genere possa anche solo essere proposta fuori dal collegio di assessori, dimostrando quindi che la sua maggioranza la approva, è semplicemente pazzesca. Pensavo di potermi abituare a “sparate” del genere, ma non c’è mai fine al peggio. Possiamo scavare in continuo dopo aver toccato il fondo.

Spero solo che qualche residuo di giustizia intervenga, almeno per costringere l’elemento in questione a ritrattare e spegnere gli animi che, sicuramente, saranno ora roventi.

"Giosuè: Perché i cani e gli ebrei non possono entrare babbo?
Guido: Eh, loro gli ebrei e i cani non ce li vogliono. Eh, ognuno fa quello che gli pare Giosuè, eh. Là c'è un negozio, là, c'è un ferramenta no, loro per esempio non fanno entrare gli spagnoli e i cavalli eh, eh... e coso là, c'è un farmacista no: ieri ero con un mio amico, un cinese che c'ha un canguro, dico "Si può entrare?", dice "No, qui i cinesi e i canguri non ce li vogliamo". Eh, gli sono antipatici oh, che ti devo dire oh?!
Giosuè: Ma noi in libreria facciamo entrare tutti.
Guido: No, da domani ce lo scriviamo anche noi, guarda! Chi ti è antipatico a te?
Giosuè: I ragni. E a te?
Guido: A me... i visigoti! E da domani ce lo scriviamo: "Vietato l'ingresso ai ragni e ai visigoti". Oh! E mi hanno rotto le scatole 'sti visigoti, basta eh!"
(da La vita è bella, Roberto Benigni, 1997)

mercoledì, gennaio 27, 2010

E venne il giorno

Ebbene ci è riuscito. Voldemort ha finalmente piazzato il suo trucco migliore e più completo: il processo breve. Sfruttando le viscide capacità del suo personale azzecca-garbugli Ghedini, è riuscito a portare e far passare al senato la legge che riformerà a sua immagine e somiglianza la nostra legislazione. Il passaggio, poi, alla camera sarà una formalità. Retrodatandolo, ha praticamente ucciso i suoi precedenti processi, Mills e Mediaset, ma ha anche steso i processi in corso legati a Tanzi (Parmalat), Cragnotti (Cirio), Telecom e molti altri casi in attesa di giustizia. Che ora vada o non vada in tribunale poco conta.

Aggiungiamo a questa notizia gli ultimi strafalcioni, uno su tutti dichiarare come sia impossibile per il governo, in questo momento, abbassare le tasse a causa della crisi, stessa crisi che il fenomenale Voldermort, fino a pochi mesi fa, dichiarava inesistente o finita e solo fomentata dai giornali. Stessi giornali che “montano” le cause a sua colpa crocifiggendo un innocente. E’ incredibile. E’ incredibile il livello di condizionamento che è riuscito a inculcare nelle persone con il tartassamento mediatico, tanto da distogliere lo sguardo da ciò che realmente conta, dalle sue manovre atte a pararsi quella parte che solitamente usiamo per sederci. Che sia “sceso in campo” per proteggersi è diventato un luogo comune, poiché ora i processi sembrano iniziati dopo la sua candidatura politica (FALSO, iniziarono anni prima, solo che senza Craxi non aveva più chi lo salvasse dalla legge e ha dovuto pensarci da solo); i processi si basano su fatti mai accaduti creati da magistrati sovversivi (FALSO, ogni atto è depositato e tutto ciò che viene riportato da libri o giornali scritti da veri giornalisti, si basa su testimonianze reali e dimostrabili, infatti Luttazzi vinse la causa contro Berlusconi di diffamazione dimostrando che ciò che Travaglio e lui dissero in trasmissione era reale, concreto e dimostrabile); ha fatto molte leggi utili all’Italia (FALSO, i più grandi decreti leggi portati da Berlusconi dal 91 ad oggi sono il decreto salva calcio per il SUO Milan; il processo breve per lui e non solo; la legge Gasparri che salva Rete4 e che da anni ci costringe a pagare milioni di sanzioni all’Europa). E si potrebbe continuare.

Ma non si fermerà qui. Perché ora spunta il nome del figlio nei registri dei magistrati, per l’inchiesta Mediatrade. Quindi la legge sarà presto allargata a famigliari e conoscenti (Confalonieri), ma il tutto sarà in parallelo con l’ultima puntata del grande fratello o con il ritorno della Champions League, un nuovo plastico da Haiti per il solerte Bertolaso o qualsiasi altro evento mediatico di futile importanza, ma dall’enorme risonanza.

In tutto questo tram tram, il capo dei babbani Bersani ha portato dure parole ai giornalisti nei confronti del PDL, affermando che “Continuando così finiremo su Avatar”…a prescindere dal fatto che Avatar non è un pianeta o un luogo, semmai poteva dire Pandora, ma se l’unica soluzione dell’opposizione (sono sempre più schifato nel scrivere questa parola) è la fuga, se il loro mezzo di protesta è la rassegnazione, siamo proprio a cavallo di una nave che sta affondando senza che nessuno se ne accorga.

Ecco perché voglio postare questo video di Marco Travaglio per cercare di diffondere un po’ di più quello che realmente si cela dietro il processo breve e le mosse del governo. Vi chiedo di guardarlo tutto, dura una ventina di minuti e, se non ne siete convinti, di scaricare il testo della legge per assicurarvi che nel filmato nulla è inventato, supposto o creato ad arte per screditare il Premier.
D’altra parte presto avremo la conferma di quello che Travaglio sta dicendo, non appena la legge entrerà a pieno regime.



Perché l’Italia è il bel paese, solo se lo guardi da fuori.

"Che qui si fa l'Italia e si muore
Dalla parte sbagliata
In una grande giornata si muore
In una bella giornata di sole
Dalla parte sbagliata si muore
......
Qui si fa l'Italia e si muore"

(Il cuoco di Salò, F.De Gregori, 2001)

lunedì, gennaio 11, 2010

Apartheid

Nuovo anno, care vecchie questioni. Tralasciando ogni dettaglio sulla miracolosa guarigione del volto magico di Voldemort, vorrei piuttosto concentrare l’attenzione sugli inclassificabili eventi avvenuti a Rosarno.



La situazione degli extracomunitari impiegati nel settore agricolo della zona è degenerata. Inutile descriverne i fatti ormai conosciuti da tutti, le questioni da analizzare sono due. In primo luogo, l’odio a cui la popolazione è arrivata verso persone che vertono in condizioni pessime, di scarsa igiene, pagati una miseria per lavori non certo leggeri, come può essere la raccolta degli agrumi o dei pomodori. C’è stata una vera e proprio caccia al diverso, spinta da una rabbia incomprensibile, mossa soltanto da rancori di persone che non possono opporsi a ciò che realmente da anni li domina e li distrugge, la mafia (benché vi sia chi affermi non esista!), che quindi cercano di sfogare i propri bassi istinti contro chi difficilmente può difendersi. Non è tollerabile che in uno stato democratico e civilizzato avvengano episodi del genere.



E qui, arriviamo al secondo punto della questione. La situazione degli extracomunitari impiegati legalmente e non nel nostro settore agricolo dalla mafia, non sono certo una novità. Già diversi anni fa le “Iene” fecero un servizio sulla loro situazione ed anche altre trasmissioni trattarono la questione. Che poi come spesso succede, venne accantonata, dimenticata, forse in favore di un derby o di una puntata finale del grande fratello.


In Italia sta crescendo un forte sentimento razzista che mi spaventa e focolai come quello di Rosarno sono segni molto importanti che la situazione sta sfuggendo di mano. Mi chiedo allora come possa il governo seguitare ad ignorare problemi del genere e, come uniche soluzioni, imporre il rimpatrio a coloro privi di permesso di soggiorno oppure, geniale come sempre la Gelmini, insistere sulla divisione, sempre più marcata, tra alunni italiani e non.

Incredibile, il primo passo per una nuova integrazione è la divisione. Ricordo che un certo popolo autodefinitosi Ariano cominciò le sue “divisioni” proprio in favore di una falsa integrazione. E’ bello vedere come gli errori del passato sia ciclici e inutilmente indelebili.
"'la piovra perdara' i tentacoi
e cascara' i tabu'
col penultimo gesu'
e el sara' un omo dal continente nero
sara' vero
dopo miss italia avere un papa nero
no me par vero
un papa nero
che scolta 'le me canson in venessian
parche' el 'se nero african
sara' vero"
(Pitura Freska, Papa nero, 1997)