lunedì, gennaio 11, 2010

Apartheid

Nuovo anno, care vecchie questioni. Tralasciando ogni dettaglio sulla miracolosa guarigione del volto magico di Voldemort, vorrei piuttosto concentrare l’attenzione sugli inclassificabili eventi avvenuti a Rosarno.



La situazione degli extracomunitari impiegati nel settore agricolo della zona è degenerata. Inutile descriverne i fatti ormai conosciuti da tutti, le questioni da analizzare sono due. In primo luogo, l’odio a cui la popolazione è arrivata verso persone che vertono in condizioni pessime, di scarsa igiene, pagati una miseria per lavori non certo leggeri, come può essere la raccolta degli agrumi o dei pomodori. C’è stata una vera e proprio caccia al diverso, spinta da una rabbia incomprensibile, mossa soltanto da rancori di persone che non possono opporsi a ciò che realmente da anni li domina e li distrugge, la mafia (benché vi sia chi affermi non esista!), che quindi cercano di sfogare i propri bassi istinti contro chi difficilmente può difendersi. Non è tollerabile che in uno stato democratico e civilizzato avvengano episodi del genere.



E qui, arriviamo al secondo punto della questione. La situazione degli extracomunitari impiegati legalmente e non nel nostro settore agricolo dalla mafia, non sono certo una novità. Già diversi anni fa le “Iene” fecero un servizio sulla loro situazione ed anche altre trasmissioni trattarono la questione. Che poi come spesso succede, venne accantonata, dimenticata, forse in favore di un derby o di una puntata finale del grande fratello.


In Italia sta crescendo un forte sentimento razzista che mi spaventa e focolai come quello di Rosarno sono segni molto importanti che la situazione sta sfuggendo di mano. Mi chiedo allora come possa il governo seguitare ad ignorare problemi del genere e, come uniche soluzioni, imporre il rimpatrio a coloro privi di permesso di soggiorno oppure, geniale come sempre la Gelmini, insistere sulla divisione, sempre più marcata, tra alunni italiani e non.

Incredibile, il primo passo per una nuova integrazione è la divisione. Ricordo che un certo popolo autodefinitosi Ariano cominciò le sue “divisioni” proprio in favore di una falsa integrazione. E’ bello vedere come gli errori del passato sia ciclici e inutilmente indelebili.
"'la piovra perdara' i tentacoi
e cascara' i tabu'
col penultimo gesu'
e el sara' un omo dal continente nero
sara' vero
dopo miss italia avere un papa nero
no me par vero
un papa nero
che scolta 'le me canson in venessian
parche' el 'se nero african
sara' vero"
(Pitura Freska, Papa nero, 1997)

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