
Ennesimo eroe per caso che raggiunge il golgota accompagnando il padre (Liam Neeson) redento/crociato verso i suoi possedimenti, ne prende possesso alla sua morte, riporta l'acqua dove c'è solo aridità e difende il popolo prima e dopo la morte del Re. La sua scelta di rimanere a Gerusalemme, anche dopo la partenza del più fidato collaboratore del Re (Jeremy Irons), è data dalla necessità di difendere il popolo e non la città che può valere "nulla e tutto", come afferma Saladino. Ottimo il presonaggio del Vescovo/medico/Guerriero che illumina Baliano sulla vera distinzione tra uomo e chiesa e che, alla preoccupazione del giovane "...andrai verso morte certa", risponde seraficamente "Ogni morte è certa!".

Ciò che, però, rende imperdibile il film sono le sequenze di battaglia, sempre dinamiche, geniali e coreograficamente e coralmente molto curate. Scott da sempre ci ha abituato ad una messa in scena sfarzosa e imponente, l'entrata a Gerusalemme ricorda molto la Roma del Gladiatore, ma la sua regia risulta sicuramente meno pomposa e manicheista di quella adottata da Stone per Alexander, troppo ricercata e confusa.
Un bel film, quindi, che non soffre delle polemiche di cui si aspettava l'ondata, ma che abilmente scarta per una chiara e non troppo complessa dichiarazione di pace apolitica.
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