lunedì, luglio 04, 2005

La Guarra dei Mondi


Nel 1938 Orson Wells paralizzò l'America trasmettendo per radio "La Guarra dei Mondi" di H.G.Wells. La polizia pensò di avere tra le mani l'ennesimo pazzo megalomane, il mondo guadagnò un genio. Quasi Settantanni dopo il regista più potente di Hollywood porta sullo schermo la sua personale versione del capolavoro letterale che già aveva attratto il giovane Orson. La grande differenza con il romanzo, la trasmissione radiofonica ed il film del '53, sta nel fatto che quello di Spielberg è principalmente un film sul rapporto tra il padre, inaffidabile (Tom Cruise), e i due figli, affidatigli dalla moglie nel solito week-end destinato al genitore (in una causa di divorzio già perpetrata). Tutto quello che succede a New York, Boston e nel mondo è lo sfondo, la scintilla che permette al protagonista di cambiare, di migliorare e crescere, laddove era sempre stato in difetto. Spielberg lo mostra subito, seguendo passo passo Cruise e mostrandoci come cambia: lascia che i figli si cibino ordinando take away mentre lui dorme, si nasconde sotto al tavolo con la figlia mentre ci sono i primi lampi e, dopo il primo incontro coi tripodi, ce lo mostra spaesato, terrorizzato ed incapace di gestire la situazione con i suoi figli. Infatti , all'inizio, l'unico scopo del bel Tom è di raggiungere Boston per scaricare nuovamente la sua prole alla moglie e poter pensare a sè stesso. Poi, come il miglior eroe greco, attraverso il male comune, tramite la paura della perdita capisce che lui non conta molto, che senza di loro non ha più nulla. E' per questo che nel film non vengono mostrate immagini di distruzione nel mondo (per fortuna!), care ai precedenti "Armageddon" e Indipendence Day", tutto ciò che vediamo è ciò che vive Tom Cruise e la sua famiglia.
Per più di mezz'ora stiamo nello scantinato di Tim Robbins con loro senza sapere cosa succede al di fuori, tranne che per qualche fugace sbirciata tra le finestrelle della cantina, subito ricoperte per paura di essere scoperti. Anche la risoluzione dell'invasione è semplice, l'esercito più potente dell'universo distrutto da qualcosa che nemmeno è visibile. Semplicità che anche un padre di famiglia può trovare in un sorriso od in una ninna nanna per tranquillizzare la figlia.
I maggiori difetti del Film stanno nella parte finale, nell'arrivo a Boston (Itaca) di Tom e figlia, ma sono pecche lievi, che non rovinano la totalità del film, che diverte, non annoia (e di questi tempi è già un successo) e ricorda molti i film degli anni 50. Nella prima parte Spielbeg crea sequenze da antologia, dimostrandosi quel geniale mestierante a cui da tempo ci siamo abituati.

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