
Pasqua 2006,Livigno, snowpark.Grazie ai compagni di viaggio, al sole, ai jump ed ai rail. E a tutto ciò che ha ruotato intorno. Non dico altro, non serve.
A FREE PLACE FOR EVERYONE
Che Bello!Dopo la tristezza nata dai risultati elettorali, torno a sorridere. E lo devo a lui, a Silvio Berlusconi. Sì, perchè vederlo su quel palco ad elemosinare potere, a dimostrazione del logorio che provoca non averlo, a chiedere una soluzione coalitiva che in Italia non è nemmeno plausibile, è stato veramente spassoso. In Germania sono culturalmente e politicamente capaci di organizzare un governo basato sul principio di salvaguardare il benessere del paese. Basti pensare alle difficoltà, ormai risolte, del crollo del muro e dell'unione di due paesi tanto diversi quanto socialmente difficili da gestire. Nel Belpaese, invece, dove ci si scanna nei bar per un rigore inventato, per l'invincibilità di Coppi piuttosto che di Bartali, dove non riusciamo ad accordarci per un referendum, non immagino cosa possa succedere ad un governo formato da due coalizioni con programmi e, soprattutto, intenti diversi. Caro Silvio, basta. Ammetti la sconfitta, fatti da parte con quel poco di eleganza che ti è rimasta, e saluta l'avversario che ha vinto. Però, che bello vederlo lì con la mano allungata per l'ultimo tentativo di aggrapparsi alla nave che, seppur lentamente, affonda.
La serata è iniziata con Vinicio Capossela (thanks to CI), una bottiglia di Fresia D'Asti del 2004, molto buono,e, in accappatoio, ho acceso la tv per vedermi i risultati definitivi delle elezioni. In quel momento la distanza tra le due coalizioni professata nel pomeriggio era già un mero ricordo d'errore. La destra, Silvio Berlusconi, era già in netto miglioramento e i tanto attesi "veri voti" che il ministro Bondi aveva preannunciato, stavano arrivando. Un altro bicchiere di vino, ma quanto è buono?Verso le dieci ho deciso di regalarmi una pausa ed ho accompagnato Potter, il mio coinquilino canino, nel suo consueto giretto liberatorio. E' lì che abbiamo capito, sia io che lui, che sarebbe successo qualcosa. Il diluvio sembrava non lasciare scampo a nessuna interpretazione (tanto che Potter ha cominciato a costruirsi una piccola arca con i legni sparsi nei parchi). Tornato in casa, la faccia di Emilio Fede, sempre più colorata rispetto al pallore iniziale, mi confermava che le sorprese sarebbero arrivate. Benchè Capossela mitigasse la tristezza di quello che vedevo sullo schermo, il vino era sempre più buono. Raiuno, Raidue, retequattro, canale cinque e la sette davano numeri come nel lotto, e nel lotto io mi buttavo. Ferrara accennava ad uno strep tease, qui non commento, Mentana sembrava quasi divertito di quello che accadeva, probabilmente era scioccato quanto noi, Vespa...beh Vespa è Vespa..e le altre reti saltavano da un partito all'altro, dall'euforia castrata alla spocchiosa deliranza. Il tutto farcito da terribili cifre in continuo mutamento, un mutamento che ci portava lentamente alla terribile situazione finale. Una spaccatura di questo tipo o una esigua vittoria da parte di una delle due coalizioni pone il governo in una precaria posizione. Ma il vino? Finito, ma buono. E i senatori a vita? Devono ancora decidere, ma il risultato non cambia. Finito il vino cosa posso fare?...ma quanto è buono il RUM?...forse troppo.Intanto nella mente, un pensiero mi coglie, Moretti... Nanni Moretti aveva ragione.Come sempre!
Una rapina in banca, un colpo perfetto, un segreto che crea l'intoppo. Il nuovo film di Spike Lee, Inside Man, punta sull'azione e sulla suspence, ma lo fa con l'eleganza del dialogo, del sotterfugio e della sorpresa. La sottile ragnatela che si stringe intorno ai rapinatori, ai polizziotti e al proprietario della banca, custode di un mistero troppo importante, troppo oscuro per essere scoperto. Ma la battuta più bella è del ragazzino "Hai avuto paura ragazzo?" "Scherza?!?Io vengo da Brooklyn". Il tutto contenuto nella più bella cornice newyorkese che si ricordo. La bravura di Spike Lee e del suo direttore della fotografia risaltano l'amore viscerale del regista per questa multietnica città, dove ci sono clienti di una banca di ogni razza, religione e sesso, ma che ritrovano le stesse misture dietro al banco, con dipendenti scambiati per terroristi (il sick con il turbante su tutti). Un gioco con lo spettatore a scoprire per primo chi è chi e cosa vuole. Alla fine tutti si sporcano le mani tutti sono diversi da quello che sembrano. Persino il rapinatore/Clive Owen, vedendo inorridito il videogioco di 50 cent (troppo violento), dice al ragazzo che lo maneggia "dopo dovrò parlare con tuo padre di questo videogame" (forte, qui la polemica di Lee). Un bravissimo Denzel Washington, sbirro dal cappello egocentrico, come lui, con qualche macchia nel suo curriculum ma che dimostra di non essere uno sprovveduto. Una Jodie Foster dal sorriso ammagliante e dai vestiti bianchi e leccati, che nascondono il nero del suo lavoro, lo sporco di ogni suo intento. Spike Lee, che per la prima volta lavora con una sceneggiatura non sua, passa all'action movie diretto, ma lo fa con il suo stile, con le sue polemiche, con la sua invidiabile freschezza. E centra l'obiettivo. Un colpo perfetto!
Ci siamo.Oggi finisce ufficialmente la campagna politica e domanica e lunedì si vota. Il "ci siamo" iniziale è riferito alla scoraggiante e ignorante campagna perpretrata da mesi dai nostri politici, di qualsiasi schieramente, coglioni o non coglioni. E' stato un periodo dove abbiamo assistito al declino della dignità di diverse figure politiche, alle ridicole rincorse per la par condicio, alle furibonde liti in diretta, alle smentite, alle noie. Quello che mi auguro è che, qualsiasi sia il risultato, per cinque anni non si vada più a votare, ma credo sia pura utopia. L'unica cosa che voglio dire in questo ultimo post politico pre-elezioni è che, chiunque voi vogliate votare, qualunque sia la vostra scelta, andate a votare. L'unico errore è l'astensione. E' un nostro diritto, facciamo capire che non ce l'hanno ridicolizzato troppo, che ancora un po' ci crediamo. E' difficile, lo so, ma necessario. Votate, poi uscite dal seggio, tornate a casa, aprite una bottiglia di tequila, vodka, rum, vino o birra e non pensateci fino ai risultati ufficiali (io mio malgrado so già che lunedì sera passerò la serata tra percentuali, alcool e fumi di disperazione). L'alcool vi serve per non disperarvi troppo della scelta, dato che dubito ci siano elettori felici di votare un qualsiasi partito, visti i partiti. Come si diceva "tapparsi il naso e ingerire". Poi, il resto, non conta. Vecchi o nuovi governi si rivelano solo delle vecchie maschere truccate a nuovo, pronte a sfilare festanti nel circo della politica italiana. Buone elezioni a tutti!
Spike Lee è un grande regista. Ogni suo film riesce sempre, per un motivo o per un altro, a superare le migliori aspettative. Si rivela sempre un autore originale e sorprendente, ma anche duro ed impegnato. Spesso questo connubio può rivelarsi "fatale" per un regista, spesso c'è chi cerca, con troppo manicheismo, l'opera perfetta. I suoi film, invece, sembrano sempre girati con l'umiltà artistica di chi vuole utilizzare il mezzo cinema, non solo per raccontare storie, ma per insegnare, indicare o semplicemente urlare uno stato d'animo della nostra società. Lo ha fatto con "Fa la cosa giusta", "Clockers", "Jungle Fever","Malcom X","He got Game". E' stato crudele ma necessario con "Summer of Sam", uno fra i suoi migliori lavori. Lo si può notare guardando lo spot della Telecom con Gandhi oppure quello nuovo della BMW. Lo si è visto nelle sue ultime opere, è stato infatti il primo a mostrare, in un film,con freddezza e con dolore Ground Zero, post 11/9, nel meraviglioso "La 25a ora", una lunga e terribile discesa negli inferni di una città devastata nell'anima ormai persa dei suoi cittadini. Anche nel più leggero "Lei mi odia" la sua angoscia, per l'incapacità di cogliere il bello di un mondo che cambia velocemente e si evolve, emerge senza troppe metafore.
Il giorno dopo lo scontro televisivo tra Berlusconi e Prodi, lascia la sua prevedibile scia di commenti e titoloni sui quotidiani e tra la gente. Personalemente ieri sera ho sostituito la visione di due uomini che non sanno nulla con "L'uomo che sapeva troppo", un capolavoro che andrebbe trasmesso con cadenza mensile per offrire una definizione completa di CINEMA. Il vero problema, però, è che tutto quello proferito e vomitato durante la trasmissione condotta, pardon, moderata da Vespa, non tocca l'argomento di sgomento più inquietante degli ultimi giorni. Come tutti sapete, il povero Tommaso, il bambino rapito più di un mese fa, è stato ritrovato morto ed il suo assassino, o per lo meno mandante/rapitore, il muratore Alessi, ha confessato insieme ai complici. Ciò che rattrista e, nel contempo, irrita è che il suddetto "uomo" era già stato accusato di stupro nel 2000 ma, per decorrenza dei termini, era libero e non in galera, l'unico posto, oltre che in una buca profonda tre metri, dove possa essere lasciato. Forse è meglio risolvere questo problema, la giustizia, in Italia, e non fiondarsi in diatribe politiche che nulla portano al miglioramente del nostro quotidiano. ICI, BOT e qualsiasi finanziaria non risolveranno mai l'annosa e terrificante agonia in cui versa il nostro sistema giudiziario. Pensiamoci.