martedì, marzo 07, 2006

Altro giro.....stessa corsa!

Come tutti i quotidiani che si rispettino, anche noi vogliamo commentare la notte degli oscar con un giorno di ritardo. L'unica differenza è che i sopracitati giornali lo fanno per evidenti problemi di logistica (la cerimonia parte a stampa abbondantemente iniziata), noi per pigrizia. Ha vinto "Crash", bellissimo film di storie incastrate e drammaticamente vissute all'interno di una Los Angeles sempre più priva di angeli (il film non l'ho visto e ringrazio Andrea A. per il sintetico commento fattomi qualke mese fa). Ha vinto "I segreti di Brokeback mountain", o meglio ha vinto Ang Lee, che sembrava essere più sorridente a Venezia. Ha vinto Philip Seymour Hoffman, senza sorprendere nessuno dato che da mesi le lodi per la sua performance si potevano leggere ovunque anche sul cartone del latte. Quindi tutti felici e contenti? No, non proprio. In verità il miglior Film, "Crash", per l'appunto, merita sicuramente un riconoscimento, il suo sceneggiatore/regista con "Million Dollar Baby" aveva già dimostrato di essere un acuto e sottile scrittore, capace di cogliere il dramma vero senza cadere nel patetismo, qui dimostra anche la sua bravura di regista. Ma ci siamo dimenticati di cosa può significare socialmente un film. I Cowboy gay di Ang Lee, oltre che lasciare il segno a Venezia, avevano aperto una forte polemica in America, soprattutto in stati dove il bigottismo è ancora la parte dominante del pensiero comune, dove si pensa al diverso con timore e razzismo. Il bellissimo Munich di Steven Spielberg, candidato anche lui per le maggiori statuette, rifletteva un dramma mondiale come quello del conflitto palestinese, di un attualità disarmante, è un film con un peso enorme, pervaso da un messaggio di forte riluttanza verso una situazione che degenera con gli anni e che il resto del mondo sembra ignorare come un fastidioso prurito. Infine Clooney con "Good Night, and Good Luck", che sicuramente era il film più scomodo per una Hollywood che ancora fatica ad ammettere i propri errori; un film che denuncia la macchia più nera della terra dei sogni americana, ma che, come si è visto, è incapace di migliorarsi. Il mio quesito, quindi, si riflette nella lista dei vincitori, non per demeriti di quest'ultimi, ma per il significato che poteva avere una premiazione diversa e più coraggiosa. Ancora una volta, un'occasione mancata.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Da te, francamente, il ritardo non me lo aspettavo proprio...

Unknown ha detto...

Hai ragione, ma un po' di buon sano snobbismo ogni tanto fa bene!!

Fulvio Carpanzano ha detto...

ti aspetto per vedere insieme Crash, domenica?